Si è finalmente diffusa l’opinione scientifica che il riscaldamento globale sta avvenendo a causa del capitalismo industriale e che le sue conseguenze per la vita sulla Terra sono disastrose. Gli sforzi delle multinazionali per corrompere gli scienziati affinché sostengano il contrario stanno attecchendo sempre con minor vigore; ciò è particolarmente significativo se si tiene in considerazione quanti ricercatori dipendono dall’appoggio del settore. Ma anziché farsi coinvolgere dal fatto che il capitalismo stesso sia distruttivo, i Governi e gli ambientalisti liberali stanno promuovendo risposte istituzionali ai problemi posti dai cambiamenti climatici.
I nostri compagni hanno pubblicato una critica integrale delle narrazioni prevalenti sul cambiamento climatico, Introduction to the Apocalypse [PDF, 1 MB] [Introduzione all’Apocalisse]
Sta bruciando l’Amazon sbagliato // si sta sciogliendo il GHIACCIO sbagliato
Se davvero credessimo a ciò che gli scienziati ci stanno dicendo sul riscaldamento globale, le autopompe di tutti i pompieri suonerebbero le loro sirene e si dirigerebbero verso la fabbrica più vicina per spegnere le sue fornaci. Ogni studente delle superiori correrebbe verso i caloriferi di ogni classe, li spegnerebbe e li strapperebbe dal muro, poi attaccherebbe il parcheggio e squarcerebbe le gomme delle auto. Ogni genitore responsabile delle periferie indosserebbe guanti protettivi e camminerebbe intorno all’isolato strappando i contatori dai quadri elettrici sul retro di case e condomini. Ogni addetto alle stazioni di servizio premerebbe il pulsante di emergenza per disattivare le pompe, taglierebbe i tubi e metterebbe della colla nelle serrature delle porte; ogni industria carboniera e petrolifera inizierebbe immediatamente a sotterrare il proprio prodotto inutilizzato nei luoghi da cui era stato estratto - usando, ovviamente, solo i muscoli delle proprie braccia.
Ma sembra che siamo troppo fuori dal mondo per capire cosa sta accadendo. E fino a quando sarà così, non saremo in grado di fermarlo.
Coloro che apprendono della distruzione dell’ambiente dai libri o da Internet non possono sperare di salvare nulla. La distruzione del mondo naturale intorno a noi è in atto da secoli; bisogna proprio essere vittime della cecità tipicamente borghese per passare in auto di fianco ad alberi abbattuti, a ciminiere che vomitano fumo, guidando su chilometri di asfalto ogni giorno accorgendosi che qualcosa sta accadendo solo quando ne parlano sui quotidiani. Le persone per cui la realtà è composta da articoli di giornali, anziché dal mondo che vedono e ascoltano e annusano, sono destinate a distruggere tutto ciò che toccano. Quell’alienazione è la radice del problema; la devastazione dell’ambiente ne è l’ovvia conseguenza.
Quando i margini di profitto sono più reali degli esseri viventi, quando l’andamento meteorologico è più reale dei rifugiati in fuga dagli uragani, quando gli accordi sul tetto per le emissioni sono più reali delle nuove aree nei nostri quartieri, il mondo è già stato destinato alla distruzione. L’emergenza climatica non è un evento che potrebbe accadere, che si profila in lontananza; è l’ambiente familiare della nostra vita quotidiana. La deforestazione non sta avvenendo solo nelle foreste nazionali o nelle giungle straniere; è reale in ogni centro commerciale dell’Ohio come lo è nel cuore dell’Amazzonia. Il bufalo vagava libero proprio qui La nostra disconnessione dalla Terra è catastrofica indipendentemente dal fatto che il livello del mare stia salendo o meno, dal fatto che desertificazioni e carestie che spazzano altri continenti ci abbiano già raggiunti.
Come al solito, le persone che hanno causato questa crisi fremono dalla voglia di spiegare che sono le più qualificate per rimediare. Ma non c’è alcun motivo per credere che le loro motivazioni o i loro metodi siano cambiati. Ne risulta che il fumo provoca il cancro ma stanno ancora cercando di venderci sigarette a basso contenuto di catrame.
Dimentica l’energia nucleare, l’energia solare, il carbone pulito e le turbine eoliche. Dimentica il commercio di carbonio, i biocarburanti, i programmi di riciclaggio, i superfood organici. Dimentica la nuova legislazione, insieme a ogni altra risposta inefficiente e insufficiente che contempli votazioni, petizioni o altre procure. La nostra unica speranza è di combattere con le nostre stesse mani, di prendere una posizione sul terreno su cui poggiano i nostri piedi - riscoprendo in questo processo cosa significa essere parte del mondo, non separati da esso. Per ogni albero che cercano di abbattere, noi possiamo fermarli. Per ogni veleno che provano a immettere nell’atmosfera, noi possiamo bloccarli. Per ogni nuova tecnologia “sostenibile” che introducono, noi possiamo smascherarli.
Non smetteranno di distruggere il pianeta finché non lo faremo diventare troppo costoso perché continuino. Prima lo faremo, meglio sarà.
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La situazione comincia a scaldarsi
Appendice: una guida sul campo per false soluzioni
Dai creatori del riscaldamento globale - energia “sostenibile!”
La soluzione aziendale
Laddove gli altri vedono avversità e tragedia, gli imprenditori vedono un’opportunità per ottenere vantaggi finanziari. Infilando la parola “serra” nell’espressione gas a effetto serra ed “eco” in economia, salutano l’apocalisse con i portafogli aperti. Le catastrofi naturali stanno distruggendo le comunità? Meraviglioso - vendiamo i soccorsi ai sopravvissuti e costruiamo condomini di lusso dove abitavano. Le scorte alimentari sono contaminate da tossine? Sbatti “biologico” su qualcuna di loro e tira su il prezzo - et voilà! Quello che una volta veniva dato per scontato per ogni ortaggio, è improvvisamente diventato un punto di forza! La cultura del consumo sta divorando il pianeta? È arrivato il momento di creare una linea di prodotti ecofriendly, per sfruttare il senso di colpa e i buoni propositi per riuscire a piazzare ogni singolo prodoto.
Finché essere “sostenibili” sarà un privilegio riservato ai ricchi, la crisi non potrà far altro che intensificarsi. Tanto meglio per chi ci fa affidamento.
La soluzione conservatrice
Molti conservatori negano che la nostra società stia causando il riscaldamento globale; ovviamente, alcuni non credono ancora nemmeno nell’evoluzione. Ma ciò in cui loro credono è irrilevante; sono più preoccupati nel chiedersi cosa sia più redditizio che gli altri credano. Per esempio, quando il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico dell’ONU pubblicò il suo report del 2007, un think tank finanziato da ExxonMobil linked collegato all’amministrazione Bush offrì oltre 10.000 dollari a qualsiasi scienziato che avrebbe messo in discussione le sue scoperte.
Vale a dire: alcune persone ritengono che corrompere gli esperti per negare che qualcosa stia accadendo sia un investimento migliore del prendere qualsiasi misura per evitare la catastrofe. Meglio che l’apocalisse ci colga di sorpresa fino a quando potranno mantenere i loro profitti per un altro anno. Prima la fine della vita sulla Terra che la possibilità della vita oltre il capitalismo!
La soluzione liberale
Alcuni buonisti vorrebbero prendersi il merito di aver portato all’attenzione del pubblico il riscaldamento globale, anche se i più radicali lo stanno rivendicando da decenni. Ma politici come Al Gore non stanno provando a salvare l’ambiente tanto quanto stanno cercando di salvare le cause della sua distruzione. Stanno facendo pressioni affinché il Governo e le aziende riconoscano la crisi perché il collasso ecologico potrebbe destabilizzare il capitalismo se dovesse coglierli di sorpresa. Non c’è da stupirsi se le iniziative e gli incentivi aziendali sono così importanti nelle soluzioni che propongono.
Come i loro colleghi conservatori, i liberali rischierebbero l’estinzione anziché considerare l’idea di abbandonare il capitalismo industriale. Sono semplicemente troppo coinvolti per fare altrimenti - pensate alla lunga relazione della famiglia Gore con l’Occidental Petroleum. Alla luce di ciò, il loro tentativo di prendere in mano le redini del movimento ambientalista sembra uno sforzo calcolato sospetto per prevenire una risposta più realistica alla crisi.
La soluzione malthusiana
Qualcuno attribuisce la crisi alla sovrappopolazione - ma quanti abitanti delle baraccopoli e agricoltori di sussistenza devono sommarsi per eguagliare l’impatto ecologico di un singolo dirigente di alto livello?
La soluzione socialista
Per secoli, i socialisti hanno promesso di garantire a tutti l’accesso agli standard di vita della classe media. Ora si scopre che la biosfera non può sostenere nemmeno una piccola minoranza che persegue questo stile di vita; ci si potrebbe aspettare che i socialisti adattino di conseguenza la loro idea di utopia. Invece l’hanno semplicemente aggiornata per adattarsi all’ultima moda borghese: oggi ogni lavoratore merita di mangiare prodotti biologici e vivere in un condominio “verde.” Ma questi prodotti sono diventati solo una strategia di marketing per differenziare la merce di fascia alta dalla tariffa standard proletaria. Se hai intenzione di pensare abbastanza in grande da immaginare una società senza differenze di classe, potresti anche mirare a un futuro in cui condividiamo la ricchezza di un mondo naturale vibrante anziché ridurlo a prodotti inerti.
La soluzione comunista
In pratica, marxismo, leninismo e maoismo servirono come un modo comodo per trascinare velocemente le nazioni “sottosviluppate” nell’era industriale, utilizzando l’intervento statale per “modernizzare” i popoli che ancora mantenevano una connessione con la Terra prima di farli cadere senza troppe cerimonie ai margini del libero mercato. Oggi, i comunisti di partito non hanno fatto altro che rassicurare che il nuovo management si sarebbe occupato di tutto. Canta sulle note di “Solidarity Forever” (Solidarietà per sempre):
If the workers owned the factories, climate change would not exist All the smoke from all the smokestacks would be changed to harmless mist… (Se i lavoratori possedessero le fabbriche, il cambiamento climatico non esisterebbe. Tutto il fumo proveniente da tutte le ciminiere sarebbe trasformato in nebbia innocua)
La soluzione individuale
Un individuo o una comunità possono vivere uno stile di vita completamente “sostenibile” senza far nulla per ostacolare le società e i Governi responsabili della stragrande maggioranza delle devastazioni ambientali. Non sporcarsi le mani - “dando l’esempio” che nessuno statista o magnate emulerà - è inutile mentre altri lasciano che il pianeta vada a rotoli. Per dare un esempio migliore, fermali.
La soluzione radicale
Troppi radicali rispondono alla crisi con disperazione o addirittura con una sorta di aspettativa inadatta. Non c’è motivo di credere che l’esaurimento della fornitura di petrolio del pianeta metterà fine al patriarcato o alla supremazia bianca. Allo stesso modo, fino a quando continueranno a esistere persone che dominano e obbediscono, è fin troppo probabile che la gerarchia potrà sopravvivere al collasso ecologico.
Dall’apocalisse risulterà ciò che noi abbiamo vi abbiamo inserito: non possiamo aspettarci che produca una società più liberata se non gettiamo le basi adesso. Dimentica gli schemi individualistici di sopravvivenza che ti assegnano la parte dell’Ultima Persona Sulla Terra - l’uragano Katrina ha dimostrato che quando arriva la tempesta, la cosa più importante è far parte di una comunità in grado di difendersi. I prossimi sconvolgimenti possono davvero offrire una possibilità per un cambiamento sociale fondamentale, ma dobbiamo elaborare una visione coinvolgente e avere il coraggio di metterla in pratica.