Non “sosteniamo la Polizia”—Respingiamo la Polizia

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Un resoconto di uno scontro tra i poliziotti, i loro sostenitori e i contromanifestanti a Brooklyn

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Il 12 luglio, a Brooklyn, elementi di estrema destra hanno cercato di organizzare una manifestazione dal tema “Back the Blue,” appoggiando gli agenti che hanno scatenato una diffusa indignazione popolare a causa dei continui omicidi perpetrati ai danni di neri e di persone appartenenti ad altre comunità prese di mira e hanno fatto ricorso alla forza militarizzata per attaccare dimostrazioni in tutto il Paese. In tutta risposta, centinaia di persone si sono mobilitate, bloccando il corteo pro-sbirro e difendendosi dai conseguenti attacchi da parte degli agenti e dei loro sostenitori. Nel seguente resoconto, i partecipanti alla contromanifestazione descrivono gli eventi della giornata.


Agenti intorno ai propri sostenitori.

Il 12 luglio 2020, a Brooklyn, una folla di circa duecento manifestanti pro-Polizia – accompagnati da una decina di “giornalisti” indipendenti - si è radunata tra 4th Avenue e Bay Ridge Parkway, portando svariate bandiere, tra cui “Thin Blue Line” (Sottile Linea Blu) e “Trump 2020,” e cartelli recanti slogan come “We back the blue” (Noi sosteniamo la Polizia) e “God bless the NYPD” (Dio benedica il NYPD). Il gruppo aveva progettato di marciare verso il 68° Distretto ma, lungo il loro cammino – tra la 4th Avenue e la 65th Street, sotto la I-278 - sono stati affrontati, circondati e fatti arretrare da circa trecento controdimostranti.

I contromanifestanti [qui di seguito anche chiamati dimostranti di Black Lives Matter] si sono riuniti tra la 86th Street e la 4th Avenue. A causa delle barricate della polizia erette su 4th Avenue e Bay Ridge Parkway, si sono spostati verso Est fino alla 5th Avenue, poi a Nord, tornando infine sulla 4th Avenue in tempo per interrompere il corteo.

Alle 18:30 i poliziotti avevano formato un cordone tra le due parti. Gli agenti non avevano ancora ricevuto scudi antisommossa ma giravano con i manganelli sguainati. I membri di entrambi i gruppi si lanciavano oggetti - soprattutto bottiglie d’acqua vuote ma anche uova. Poco dopo l’inizio, gli organizzatori della controdimostrazione si sono sforzati di far cessare i lanci provenienti dalle loro fila.

Per tutto l’incontro, entrambi i gruppi hanno intonato slogan, urlato e si sono lanciati insulti a vicenda. Almeno un manifestante pro-Polizia, un tizio con la cresta, si è offerto ripetutamente di combattere i contromanifestanti.

Le due parti si sono prima scontrate fisicamente sotto la pensilina di Lotto Deli e Grocery. Marko Kepi, candidato repubblicano al 64th New York Assembly District, si trovava tra i membri della fazione violenta pro-Polizia. Mentre era alle prese con una contromanifestante, Kepi l’ha spinta dietro il cordone dei poliziotti rubandole gli occhiali. In seguito, dopo averli agitati in aria, le ha chiesto con fare beffardo “Li rivuoi?”

Non è passato molto tempo prima che i contromanifestanti abbiano costretto i poliziotti a chiamare rinforzi e a indietreggiare. L’ala sinistra della manifestazione pro-Polizia si svolgeva sotto Lotto Deli, mentre la loro sezione principale veniva spinta sul marciapiede. I contromanifestanti li hanno seguiti, mentre altre forze di polizia sono scese da almeno quattro camionette parcheggiate dall’altro lato della strada. Questa seconda ondata di agenti indossava caschi antisommossa con visiera.

La tensione ha iniziato a montare. Dopo essere stati respinti, e dopo che anche il loro corteo era stato respinto, i dimostranti pro-Polizia hanno iniziato a scontrarsi fisicamente in modo serio con la prima linea dei contromanifestanti. Rimanevano meno di cinquanta dimostranti Blue Lives Matter. Il signor Kepi, i suoi compari e i combattenti più giovani con bandana decorati da teschi si erano già ritirati.

A questo punto, in una rissa tra cinque persone, un agitatore pro-Polizia ha dato un pugno alla contro-manifestante precedentemente coinvolta nell’alterco con il signor Kepi; la donna è stata quasi gettata a terra, mentre l’assalitore è fuggito, inseguito da diversi contromanifestanti.

L’aggressore ha corso lungo la strada con altri due manifestanti di destra. La gente urlava: “Ha colpito una donna,” e tre giovani della fazione anti-sbirro l’hanno raggiunto e afferrato per la maglietta, una canotta, che si è strappata, lasciandolo l’assalitore a petto nudo. Sei persone - tre per gruppo - hanno combattuto, tirando pugni a tutto andare, fino a quando non sono stati separati dai poliziotti.

In seguito, questi agenti sono stati circondati una cinquantina di contromanifestanti inferociti che hanno iniziato a urlare contro i riottosi feriti e contro gli agenti. I poliziotti, circondati e isolati, hanno respinto parecchi contromanifestanti.

Grazie all’intervento dei rinforzi, che ora sciamavano costantemente sulla scena, il gruppo di agenti circondato dalla folla è riuscito a liberarsi. Gli agitatori violenti sono andati insieme a loro. I poliziotti li hanno spostati vicino a una camionetta del NYPD che si trovava nei pressi e li ha caricati al suo interno.

È importante notare che l’uomo che ha preso a pugni in faccia la contromanifestante non è stato ammanettato prima di essere caricato sul mezzo. Secondo il Gothamist, nessuno dei tre attaccabrighe di destra è stato arrestato per l’aggressione compiuta. Tuttavia, più tardi quella notte, il NYPD ha arrestato i manifestanti anti-sbirro.

I manifestanti di Black Lives Matter, infastiditi dai favoritismi del NYPD nei confronti dei violenti agitatori di destra, si sono schierati con le braccia incrociate intorno alla camionetta della polizia. Il sole stava tramontando; a questo punto, la fazione pro-Polizia era letteralmente sparita. Il NYPD ha formato un anello compatto intorno al proprio mezzo e ha iniziato a muoversi tra la folla. I manifestanti di Black Lives Matter non l’ha fatta passare e si è creata una situazione di stallo tra il doppio cordone di poliziotti e i tre di manifestanti.

Insieme contro la polizia: “Respingiamoli!”

Uno dei capitani ha urlato un comando. Gli agenti, dopo aver creato una barriera tenendo in mano sia i manganelli sia gli sfollagente, si sono abbattuti sulla folla. Qualcuno dal secondo cordone di manifestanti ha urlato “Respingiamoli,” e la folla, come un’unica entità, ha respinto il NYPD. I poliziotti sono stati costretti a indietreggiare verso il furgone. I manifestanti si sono arresi, hanno sciolto la catena umana e hanno permesso alla polizia di riorganizzarsi. L’ufficiale alla guida della camionetta ha girato il mezzo cercando di superare i dimostranti che si sono affrettati a bloccarlo. La folla è stata caricata nuovamente e i manifestanti hanno ricompattato i ranghi unendo le braccia per fermare la loro avanzata. Ancora una volta, il NYPD è stato respinto verso la camionetta.

All’incirca nello stesso momento, in un settore diverso della protesta, un afroamericano anti-Polizia si è imbattuto in diversi agenti che stavano arrestando un altro manifestante. Nel momento in cui si è rivolto al poliziotto più vicino, questi l’ha spinto in modo aggressivo; un secondo ufficiale è balzato in piedi e l’ha colpito alle spalle. Il ragazzo è arretrato senza cercare lo scontro fisico con nessuno dei due ma il secondo agente ha sfoderato il suo taser colpendo sul petto quell’uomo disarmato che non aveva fatto nulla per provocare. Caduto a terra, il manifestante di Black Lives Matter è caduto a terra, è riuscito a staccare i dardi del Taser e si alzato in piedi prima che gli ufficiali, ora tre, comandati da una camicia bianca [un ufficiale di Polizia di alto grado], lo sbattessero sul cofano del veicolo che il primo ufficiale gli aveva spinto contro. Mentre gli torcevano le braccia dietro la schiena ammanettandolo, l’uomo urlava “Mi state rompendo il braccio!”

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Quando i manifestanti hanno rotto le fila, è diventato chiaro che sul ponte davanti a loro c’erano diverse decine di poliziotti in bicicletta vestiti di giallo. Il furgone stava invertendo la marcia verso la pista ciclabile della polizia e alcuni manifestanti hanno dato loro la caccia. In parecchi hanno urlato che si trattava di una trappola: se i dimostranti avessero inseguito gli agenti, avrebbero potuto essere facilmente vittime di kettling e arrestati. La folla si è ritirata.

Un altro gruppo di agenti dotati di casco e visiera si trovava ora dietro i poliziotti in bicicletta mentre, alle loro spalle, si stava formando un terzo cordone. Lo scontro aveva decimato i membri del Black Lives Matter; i poliziotti erano ora più numerosi dei manifestanti. Il fatto che gli agenti che, inizialmente, avevano reagito non fossero muniti di scudi o proiettili antisommossa indica che, probabilmente, avevano sottovalutato il numero di persone che sarebbero state contrarie alla manifestazione pro-sbirro.

Con l’avvicinarsi del crepuscolo, un manifestante ha bruciato un’anonima bandiera bianca mentre altri hanno aggiunto del cartone per alimentare il fuoco. Qualcuno ha gettato nel fuoco un cappello mimetico MAGA che si vociferava fosse stato preso dalla testa di un nazista a Berkeley, durante la battaglia del 2017 . La folla ha festeggiato con gioia di fronte a quello spettacolo. Un tweet fuorviante è circolato dicendo “i manifestanti hanno bruciato un cappuccio del KKK.” A quanto pare, questo era un riferimento al fatto che il cappello MAGA è l’equivalente moderno di un cappuccio del KKK.

È seguito un lungo scontro tra agenti e manifestanti di fronte a un muro di scudi improvvisati e biciclette. I dimostranti hanno affrontato un ufficiale che difendeva l’omicidio di Breonna Taylor e ha ammesso a voce alta - in modo scioccante ed esplicito - di essere un accessorio da stupro. Circa dieci minuti dopo, i poliziotti in bici si sono scagliati in avanti, usando i loro manganelli per spaccare gli scudi e attaccare i manifestanti. Questi si sono si strategicamente ritirati, trascinando bidoni della spazzatura e altro materiale da barricata nella strada dietro di loro, rallentando efficacemente il cordone degli agenti. Una voce metallica è rimbombata da un altoparlante montato sul veicolo: “Poiché vi siete rifiutati di liberare la carreggiata, sarete arrestati con l’accusa di disturbo della quiete pubblica. Se non cooperate e accompagnate l’ufficiale che effettua gli arresti al veicolo del prigioniero, oppure se resistete all’arresto, potreste essere accusati di ulteriori crimini.” I manifestanti hanno risposto trascinando altro materiale sulla strada. Svariati incendi sono divampati nei cestini della spazzatura sulla strada.

Gli agenti hanno quindi travolto chi si trovava sul marciapiede - urlando “salite sul marciapiede!” - e hanno spinto violentemente sul selciato i manifestanti mentre altri correvano lungo la 5th Avenue. Due poliziotti che sfrecciavano lungo la strada sulle loro biciclette sono riusciti ad acchiappare qualcuno tra la 4th e la 5th Avenue. I dimostranti restanti si sono riuniti in gruppo sulla 5th.

I contromanifestanti sono riusciti a fare tutto ciò per cui erano andati lì. Hanno bloccato il corteo “Back the Blue” e cacciato, mandandoli nel panico, i sostenitori della Polizia, trasformando la manifestazione pro-Polizia in una feroce azione anti-Polizia. Gli assalti compiuti dal NYPD e dai loro supporter civili mostrano chiaramente il motivo per cui continuiamo a combattere.