Il 24 luglio, lo stato cileno ha effettuato delle perquisizioni in tre case e ha arrestato Monica Caballero e Francisco Solar, due anarchici accusati di azioni con ordigni esplosivi. Monica e Francisco hanno trascorso gli ultimi 10 anni dentro e fuori di prigione affrontando accuse simili in Cile e Spagna. Il loro ultimo arresto è solo il capitolo più recente di una serie di operazioni d’intelligence contro di loro ma è anche un’escalation dei tentativi da parte dello Stato di reprimere la ribellione popolare che ha scosso il Cile dal 18 ottobre 2019 fino all’inizio della pandemia del COVID-19 nel marzo 2020.
Gli imputati, Monica Caballero e Francisco Solar.
In Cile, durante i mesi di ribellione, il Governo ha tentato svariate strategie per reprimere la rivolta: legge marziale , riforme ridicole, dispersione della folla attraverso metodi sia letali sia non letali e azioni mirate contro presunti saccheggiatori e piromani. Niente di tutto ciò ha permesso allo Stato di riprendere la situazione in pugno – ciò è stato fatto dal COVID-19. Oggi, è tornata la legge marziale, i graffiti intorno a Plaza de la Dignidad sono stati coperti e anche se, di tanto in tanto, scoppiano dei tafferugli con la Polizia, l’idealismo che una volta si respirava nelle strade ha lasciato il posto alla disperazione. Sebbene il virus non abbia ostacolato la diffusione della rivolta negli Stati Uniti, ciò non significa che la rivolta attualmente in corso negli Stati Uniti sia esente da cambiamenti improvvisi e imprevisti. Ricordate come gli attacchi dell’11 settembre 2001 spianarono la strada alla repressione del movimento no global negli Stati Uniti , includendo sia le mobilitazioni di massa sia le azioni dirette autonome .
Il caso contro Monica e Francisco in Cile ci permette di dare un’occhiata a come potrebbe essere il futuro in seguito alle attuali rivolte anti-Polizia. Possiamo essere certi che il Governo degli Stati Uniti ha prestato parecchia attenzione alle strategie che Governi come Francia , Hong Kong e Cile hanno utilizzato per reprimere le ribellioni all’interno dei loro confini. Quando uno Stato democratico come il Cile riesce ad applicare una strategia repressiva, ciò rappresenta un passo avanti per ogni altro Governo democratico che mira anche a sottomettere il suo popolo.
Nella migliore delle ipotesi, la rivolta contro la Polizia negli Stati Uniti diventerà una forza sociale che potrà impedire che lo Stato blocchi chiunque, compresi i nostri compagni. Ma fino ad allora il compito di difendere coloro che aspirano alla liberazione non dovrebbe aver fine o confini nazionali. Ovunque ci sia lo Stato, ovunque la ribellione sarà minacciata.
Questa è la ragione per cui sosteniamo Monica e Francisco.
Gli imputati ricevono supporto.
Casi passati, accuse pendenti
Venerdì 24 luglio, la polizia di Santiago, in Cile, ha fatto irruzione in tre case e ha arrestato due anarchici, Monica Caballero e Francisco Solar, per il presunto collegamento con quattro ordigni incendiari collocati nell’ultimo anno:
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Uno, il 25 luglio 2019 , inviato all’ufficio di Quiñenco di Rodrigo Hinzpeter, ex ministro dell’interno.
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Uno esploso il 27 febbraio 2020 che ha causato il ferimento di diversi agenti nella Stazione di Polizia di Huechuraba a Santiago.
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Due ordigni sono inoltre stati collocati il 27 febbraio nell’edificio Tánica, nell’elegante quartiere Vitacura di Santiago.
“Libertà immediata per i prigionieri politici!” Uno striscione della Coordinadora 18 de Octubre.
Il giorno in cui sono stati arrestati, la Coordinadora 18 de Octubre , il principale organo di Santiago a sostegno dei prigionieri a partire dalla ribellione cilena del 18 ottobre 2019, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
Dalla Coordinadora 18 de Octubre, per la libertà dei prigionieri politici, esprimiamo il nostro più profondo sostegno e solidarietà con i nostri compagni Francisco Solar e Mónica Caballero, che sono stati arrestati nel corso d’incursioni mattutine coordinate dallo Stato, effettuate dalla squadra di carabinieri OS-9, per essere perseguiti dall’ufficio del Procuratore della Regione Sud della Metropoli di Santiago.
Ripudiamo e rendiamo visibile la persecuzione politica permanente perpetrata contro gli imputati come combattenti sociali anti-autoritari. Come molti altri prima di loro, sono le ultime vittime di una rappresaglia sistematica che non si limita a loro due ma intende piuttosto avere un impatto su tutti coloro che, dall’inizio della rivolta del 18 ottobre, hanno manifestato contro l’apparato di potere e hanno combattuto per la dignità. È per questo motivo che ci preoccupiamo per la sicurezza e il benessere dei nostri compagni dietro le sbarre.
Nonostante la natura incompleta dei dettagli sul loro caso attuale, è importante notare che a oggi (venerdì 24 luglio) ci sono state tre incursioni domestiche mentre, parallelamente, lo Stato sta lavorando alla revisione di una nuova Legge sull’intelligente.
Ultimo ma non per importanza, sosteniamo il nostro rifiuto del trattamento dato alla notizia da parte dei media borghesi nei confronti di questa storia in via di sviluppo. Ancora una volta, come hanno fatto nel corso della storia, i media borghesi si mettono al servizio dell’apparato statale, collaborando in modo incisivo alla criminalizzazione della protesta. *
AMORE E FORZA A MÓNICA E FRANCISCO
LIBERTÀ PER TUTTI I PRIGIONIERI POLITICI”
La risposta di Coordinadora 18 de Octubre (@coordinadora18octubre) alle incursioni e agli arresti di Monica e Francisco.
Monica e Francisco erano già stati accusati in due casi precedenti. Nel 2010, furono arrestati nel famigerato Caso Bombas I insieme a una decina di altri imputati. Insieme, furono accusati di piazzare bombe intorno a Santiago. Anche se nel 2012, Monica, Francisco e tutti i loro coimputati furono infine assolti da ogni accusa, la repressione mise a dura prova il movimento anarchico di quegli anni, che era basato su centri sociali apertamente occupati.
L’anno successivo, Monica e Francisco furono arrestati in Spagna e accusati ai sensi della Legge Antiterrorismo per il presunto attentato dinamitardo del 2 ottobre 2013 alla chiesa della Basilica del Pilar a Saragozza. I due furono condannati a dodici anni di reclusione nelle carceri spagnole ma dopo che la difesa portò il caso di fronte all’Audiencia Nacional (la corte suprema spagnola), la loro condanna venne commutata in espulsione. Nel marzo 2017, Monica e Francisco tornarono in Cile .
Indipendentemente dal fatto che queste accuse reggano o meno, quest’ultimo capitolo di questa storia è la dimostrazione di come la lotta contro la violenza statale si svolga su un palcoscenico globale. Vediamo Monica e Francisco accanto alle decine di migliaia di persone arrestate negli Stati Uniti a partire dall’omicidio di George Floyd e accanto ai milioni di persone in tutto il mondo che sono colpite in movimenti simili.
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La ribellione in Cile
Come sottolineato nella dichiarazione rilasciata da Coordinadora 18 de Octubre, l’attuale caso di Monica e Francisco rappresenta un’escalation in una campagna repressiva che già da mesi stava svolgendosi contro la rivolta che ha scosso il Cile a partire dal 2019. Ogni settimana, se non ogni giorno, la ribellione ha visto sollevazioni contro la Polizia. Nel corso di mesi di lotta, i manifestanti hanno perfezionato attrezzatura protettiva, strategie, tattiche e forme organizzative; a volte, hanno sopraffatto e schiacciato la Polizia.
Assemblee di quartiere e basate sull’affinità sono comparse in tutta la città per coordinare le esigenze fondamentali delle persone, nonché la propaganda, l’educazione popolare e le attività culturali, tra cui concerti e teatro. Le statue commemorative dei colonizzatori assassini sono cadute insieme all’indice di gradimento del Presidente; i bambini hanno intonato canzoni di protesta anziché le filastrocche tradizionali. I sindacati, le organizzazioni sociali e quelle no profit hanno richiesto delle manifestazioni - ma non sono state in grado di controllarle. Il movimento era in gran parte decentralizzato e senza leader.
Persone insieme nelle strade durante la rivolta in Cile.
Per un giudizio anarchico più approfondito sulla rivolta, raccomandiamo l’analisi del collettivo Kalinov Most, “ Oltre due mesi di rivolta contro lo Stato cileno: prime impressioni, previsioni spontanee e non negoziabili. ” La rivolta del 18 ottobre è stata troppo complessa e diffusa per poter essere facilmente riassumibile ma vale la pena tracciare alcuni parallelismi con ciò che sta accadendo negli Stati Uniti in questo momento.
Come la ribellione per George Floyd, la rivolta in Cile iniziò in risposta alla diffusione d’immagini scioccanti della violenza perpetrata dalla Polizia. Nel corso della settimana precedente l’inizio della rivolta, gli studenti delle superiori di Santiago stavano manifestando contro un aumento delle tariffe dei mezzi prendendo d’assalto le stazioni della metropolitana e aprendo i tornelli, permettendo ai pendolari di muoversi gratuitamente. Il video dei poliziotti che attaccano i giovani è diventato virale, facendo scaturire in tutta Santiago la rabbia nei confronti della polizia. La successiva settimana di legge marziale si è lasciata alle spalle oltre 20 morti, alimentando ulteriormente la rabbia popolare.
Come la ribellione di George Floyd a Minneapolis, la rivolta in Cile è iniziata in una città - Santiago - ma si è diffusa velocemente in tutto il Paese, andando oltre le richieste relative al caso che aveva scatenato l’insurrezione. Il 18 ottobre 2019 furono bruciate diverse stazioni della metropolitana, autobus, negozi di alimentari e la compagnia elettrica della città. Il saccheggio spontaneo e cooperativo si diffuse ovunque. Si poteva assistere a scene in cui i saccheggiatori prendevano televisori e altri oggetti di lusso nuovi di pacca per poi lanciarli entusiasticamente nel mezzo delle barricate in fiamme. In meno di 24 ore, le manifestazioni si diffusero a Valparaiso, Concepción e altre grandi città. Con il diffondersi della rivolta, le sue motivazioni si estesero dalla campagna anti-tariffaria a un’opposizione generalizzata verso la Polizia, alla costituzione e all’eredità coloniale della nazione stessa.
In Cile, contrariamente alla rivolta per George Floyd, l’arrivo del COVID-19 ha domato le insurrezioni; negli Stati Uniti, invece, la pandemia ha posto le basi per la rivolta, poiché lo stress economico per cercare di sopravvivere alla peggior situazione di disoccupazione degli ultimi decenni ha aggravato la paura di una repressione autoritaria in corso e il Governo ha spudoratamente lasciato che la stragrande maggioranza della popolazione andasse incontro a una morte prematura. Tuttavia, sia in Cile sia negli Stati Uniti, un’interruzione del normale funzionamento del capitalismo ha aperto la strada a tempo, energia e rabbia che hanno alimentato i disordini. È difficile capire quanto sia stato dirompente il crollo del trasporto pubblico di Santiago per il funzionamento dell’economia cilena - per non parlare di una settimana di legge marziale.
Proprio come gli Stati possono imparare dalle reciproche strategie, anche i movimenti per la libertà possono imparare gli uni dagli altri. La rivolta in Cile offre una miniera d’oro di lezioni ed esempi per la ribellione in corso negli Stati Uniti. Ti invitiamo a leggere i seguenti resoconti e riflessioni sulla rivolta del 18 ottobre:
Chile: Resisting under Martial Law (Cile: resistere sotto la legge marziale)
On the Front Lines in Chile: Six Accounts from the Uprising (In prima linea in Cile: sei resoconti della rivolta)
Not Falling for It: How the Uprising in Chile Has Outlasted State Repression (Non ci cascheremo: come la rivolta in Cile è sopravvissuta alla repressione statale)
Radio Evasión, una cronaca audio della rivolta, parti 1 , 2 , 3 e 4 .