Cile: la prima linea e la fila alle urne

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Il referendum costituzionale e l’anniversario del disordine sociale

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Ieri, in Cile, si è svolta una votazione storica sulla possibilità di sostituire quel che resta della costituzione ereditata dalla dittatura del pluriomicida Augusto Pinochet. Il 78% degli elettori non ha solo chiesto la sostituzione della costituzione ma ha chiesto la convocazione di un corpo di rappresentanti completamente nuovo per scrivere il nuovo documento anziché consentire agli attuali legislatori di partecipare al processo. Nonostante ciò sia ampiamente inteso come vittoria popolare che rifiuta la politica istituzionale, deve anche essere visto come uno stratagemma per attirare i partecipanti all’ estallido sociale—” disordine sociale — iniziato in Cile un anno fa nel processo di rappresentanza e legislazione, mettendo le redini allo slancio del movimento che ha costretto il presidente Sebastián Piñera a concedere il referendum. Nel seguente resoconto, i partecipanti parlano delle manifestazioni per il primo anniversario della rivolta del 2019 e celebrano l’esito del referendum, esplorando le possibilità e i limiti del movimento così com’è oggi.


“Solo combattendo nella strada il popolo avanza.”

Un recente articolo pubblicato in due parti sul sito di notizie anarchiche It’s Going Down ha analizzato l’emergere della “linea del fronte” nei movimenti di protesta degli Stati Uniti. Abbiamo visto questo fenomeno emergere in tutto il mondo, da Hong Kong al Cile, in cui i manifestanti usano una serie di tattiche per difendere i loro compagni dimostranti dalla violenza della Polizia.

In quell’articolo, i nostri amici sostengono che la prima linea perde il suo potere quando la Polizia riprende l’iniziativa, determinando il terreno in cui possono verificarsi conflitti di strada e preparando quel terreno al fine di dividere i gruppi e ridurre lo slancio del movimento. Sia negli Stati Uniti sia in Cile, rivolte annose vanno di pari passo con elezioni storiche: il referendum costituzionale di ieri in Cile e le elezioni presidenziali fortemente contestate negli Stati Uniti. Le nuove tattiche che abbiamo imparato nelle mobilitazioni di piazza giocheranno un ruolo cruciale in qualunque forma di contestazione si svilupperà al di fuori di questi spettacoli elettorali. Offriamo spunti di riflessione sulle gioie e sulle frustrazioni sperimentate nelle ultime due settimane dal movimento cileno, dall’ascesa al primo anniversario della rivolta cilena del 18 ottobre fino a oggi. Ci auguriamo di fornire approfondimenti sulle potenziali insidie e possibilità di queste tattiche, al fine di preparare i mezzi per articolare e lottare per la nostra visione di un mondo migliore nei futuri movimenti in tutto il mondo.

Mentre l’anniversario del 18 ottobre commemorava la prima linea in Plaza Dignidad, l’anniversario della “più grande marcia nella storia cilena” è stato celebrato con il referendum costituzionale del 25 ottobre, una concessione che il presidente cileno Sebastián Piñera aveva offerto nella speranza di pacificare il movimento. Migliaia di persone si sono riversate in Plaza Dignidad per celebrare l’“apruebo”— una vasta maggioranza ha votato in favore di un nuovo referendum costituzionale, respingendo quel che restava della costituzione nata sotto la dittatura di Augusto Pinochet.

Questi anniversari contrastanti presentano due festeggiamenti distinti: la nuova comunità ribelle sorta intorno alle stazioni della metropolitana bruciate il 18 ottobre 2019 in antitesi con gli accordi istituzionali che mirano a soppiantare la rivolta. Mentre la pandemia di COVID-19 ha messo la parola fine agli aspetti più visibili della comunità ribelle, l’arrivo della primavera e l’anniversario della rivolta dell’ottobre 2019 hanno permesso l’insorgere di nuove mobilitazioni di strada e attività combattive. Da un lato, gli encapuchados (manifestanti mascherati) hanno ripreso l’iniziativa e hanno attaccato i distretti dei carabineros1 saccheggiato le attività commerciali e cacciato la Polizia da Plaza Dignidad per la prima volta dopo la pandemia di COVID-19. Dall’altro, nel centro di Plaza Dignidad, piccoli tafferugli e scontri sono scoppiati tra gruppi disparati di persone in prima linea, interrompendo la solidarietà in essere dall’ottobre 2019.

L’anniversario dell’ estallido social.

Le pratiche della prima linea sono servite per risolvere divisioni di vecchia data tra diversi gruppi politici - hooligan che sostengono le squadre avversarie, anarchici, Mapuche, roto (sottoproletario auto-identificato), studenti delle superiori ed emarginati che hanno lottato al fronte insieme. Questo combattimento di strada ha fornito nuovi mezzi per contestare lo spazio pubblico: mercati di strada informali, recupero di territori indigeni tomaterrenos, iniziative di soccorso di quartiere autonomo, arte di strada e graffiti. In tutti questi contesti, forme eterogenee di partecipazione hanno portato le persone verso la comunità della rivolta, ispirate da diversi ideali e pratiche ma creando insieme una forza ingovernabile.


Il primo anniversario: giorno per giorno

Per capire il movimento che fa da contrappunto alla politica elettorale in Cile, non possiamo concentrarci su un solo giorno: deve riguardare tutti i diversi modi in cui si manifesta da un giorno all’altro.

Corteo Mapuche. Lo striscione che recita “Assassinati nella Democrazia,” mostra i volti di alcune delle vittime della violenza di Stato cilena.

Lunedì 12 ottobre 2020: Giornata internazionale della Resistenza Indigena

Un corteo di circa 5.000 persone ha lasciato Plaza Dignidad alle 11.00 del mattino, marciando verso La Moneda, il palazzo presidenziale. Come il Giorno della Resistenza Indigena dello scorso anno, le organizzazioni politiche Mapuche, i sindacati, le band Aymara e danzatori hanno sfilato per le strade. Ma quest’anno, la gente ha marciato lungo il viale principale di Santiago, _ l’Alameda,_ sotto una nuova egida: la Coordinadora Víctimas de Trauma Ocular (Coordinamento delle vittime di traumi oculari), la Coordinadora 18 de octubre, e altri gruppi nati da quest’anno di rivolta. Venditori ambulanti e rescatistas (medici di strada) sono tornati in centro per fornire i beni di prima necessità per la mobilitazione di strada.

Intorno alle 13.00, la marcia ha raggiunto gli agenti antisommossa che bloccava l’Alameda near the presidential palace. vicino al palazzo presidenziale. I manifestanti hanno tentato di superarli lanciando sassi e molotov prima di tornare in Plaza Dignidad. È raro vedere delle molotov a quell’ora del giorno, anche per gli standard di Santiago. Ma, come si suol dire, “da qualche parte sono sempre le 5 del pomeriggio.” Tornati a Plaza Dignidad, l’agglomerato è continuato per tutto il giorno.

Danzatori Aymara.

Danzatori Aymara.

Mercoledì 14 ottobre 2020: raduno degli hooligan della squadra Colo Colo; attentato al Distretto di Polizia a lo Hermida, Peñalolen

Alle 19.00, i tifosi di Colo Colo si sono radunati in Plaza Dignidad, bloccando il traffico con centinaia di auto. Secondo un residente della zona, il motivo per cui il raduno fosse stato organizzato non era chiaro:

“Oggi c’è stata una partita del Colo Colo contro la Union Espanola, ma il Colo Colo non ha vinto… Ero a casa a preparare la cena ma poi ho sentito i fuochi d’artificio nella Plaza e ho deciso di uscire per vedere cosa stava succedendo. La gente aveva bloccato il traffico su entrambi i sensi di marcia con le auto ed era in piedi nella Plaza a suonare e ballare per le strade. Le persone sono salite in cima alla statua di Baquedano e hanno acceso fuochi d’artificio. Dopo circa 30 minuti, le auto hanno percorso l’Alameda. I presenti sventolavano delle bandiere mentre erano seduti sul retro di camioncini, in cima alle proprie auto o fuori dai finestrini. Tra le macchine, la gente marciava e andava in bicicletta, cantando e intonando slogan.”

Il corteo è proseguito per diversi isolati lungo l’Alameda fino a raggiungere la barricata della Polizia in centro. Lì, la gente ha eretto delle barricate dando loro fuoco e combattendo con la Polizia prima di svoltare a sud lungo Maciver, una stretta strada a senso unico. La marcia e il corteo di automobili sono proseguite per chilometri; alcune auto hanno iniziato a disperdersi. Le restanti sono arrivate nel Barrio Franklin, a sud del centro.

A Peñalolen, una comuna sud-orientale di Santiago, un piccolo gruppo di manifestanti ha attaccato con sassi e molotov il Distretto locale dei carabineros . Qualche giorno prima, un agente sotto copertura era stato denunciato come infiltrato nelle ollas comunes (cucine comunitarie) del quartiere. La Polizia ha arrestato dieci giovani che affermavano di essere membri di el anti-yuta 21 (l’anti-sbirri 21), che sostengono di essere un gruppo organizzato dedito ad attaccare la polizia del quartiere… e di far parte di ollas communes.

La periferia di Santiago ha sviluppato tattiche per eludere la Polizia e stabilire un terreno favorevole per resistere a sorveglianza e controllo. Questi movimenti localizzati si sono verificati simultaneamente ma lontano dal movimento in Plaza Dignidad. Come sostenuto nel nostro precedente articolo, le ollas comunes nelle periferie dimostrano queste strategie in parte attraverso il rifiuto di chiedere l’autorizzazione del Governo a distribuire cibo. Sembra che la Polizia condivida quest’analisi e che tema il potere incontrollato dell’auto-organizzazione, a giudicare dalla sua decisione di inviare agenti sotto copertura a infiltrarsi nelle ollas comunes. Sono arrivati al punto di dare a questo particolare infiltrato l’identità di una persona reale: un 21enne residente a Santiago a cui, mesi prima, aveva sottratto il documento d’identità mentre era detenuto.2

Combattere un guanaco, un cannone ad acqua corazzato, durante il corteo Mapuche.

Venerdì 16 ottobre 2020: tutto il ritmo e il rituale di Plaza Dignidad

Nelle ultime settimane, abbiamo visto sempre più persone tornare in Plaza Dignidad ogni venerdì. Il corteo di questo venerdì è stato il più grande dall’arrivo della pandemia di COVID-19. La cosa più significativa è stata l’assenza di Polizia: barricate erano sparse a ogni incrocio tra Vicuna Mackenna (la strada centrale che corre da nord a sud attraverso Santiago) e l’Alameda. Nonostante sporadici scontri tra Polizia e la prima linea si siano verificati nella parte meridionale e orientale della mobilitazione, gli agenti non sono stati in grado respingere i manifestanti fino alle 2.00. A quel punto, un muro di guanacos (camion blindati con idranti), zorrillos camion di gas lacrimogeni) e camionette della Polizia spingevano la folla verso est e nord con lacrimogeni e getti d’acqua.

Il corteo Mapuche.

Sabato 17 ottobre 2020: biciclettata femminista Apruebo e apertura del Museo del Estallido

Alle 1100, una folla di 1.000 ciclisti è partita dal Parque Almagro, a sud di Santiago. Dopo aver raggiunto Plaza Dignidad, molte persone hanno proseguito lungo il fiume dirigendosi verso est, mentre altre sono rimaste nel vicino Parque Forestal per godersi la bella giornata primaverile.

Nell’arco della giornata, si è svolta l’inaugurazione del Museo del Estallido Social Museo del disordine sociale). Grazie alle donazioni dei partecipanti al movimento, il Museo ha raccolto una vasta collezione di testimonianze registrate di brutalità perpetrate dalla Polizia, memorabilia, fotografie e supporti cartacei dell’anno passato. Dal loro sito web:

“Questo Museo… è una piattaforma autogestita che nasce dalla necessità di documentare testimonianze ed eventi dell’esplosione sociale che hanno avuto luogo in Cile dal 18 ottobre 2019. La natura rizomatica della ribellione sociale si traduce nell’assenza di leadership e di portavoce. L’esplosione è considerata legittima perché organica e senza mediazioni. Innanzitutto, a causa dell’ampia partecipazione all’interno dell’esplosione sociale. In secondo luogo, perché la vastità delle richieste all’interno dell’esplosione risponde a un insostenibile malcontento relativo al modello politico ed economico che ha prevalso dalla dittatura, protetto da una costituzione spuria.”

A Un artista Mapuche. Il testo recita “Mai più zone sacrificali.”

Domenica 18 ottobre 2020: il grande giorno

“Mi sono svegliata alle 10.30 al suono dei cacerolazos, proprio come durante l’inizio dell’ estallido l’anno scorso. Ho guardato fuori dalla finestra e ho visto una piccola folla che marciava lungo la strada, sbattendo pentole e padelle e dirigendosi verso Plaza Dignidad. Sono corsa in cucina a prendere un cucchiaio di legno e una pentola in modo da potermi unire dalla finestra della mia camera da letto prima di dirigermi verso la piazza da sola.”

– Emilia, testimone oculare

A partire dalla mattina, i cortei si sono snodati attraverso diversi quartieri di Santiago per finire in centro. Gruppi di giovani erano arrivati preparati con vernice spray e pasta di grano per decorare ogni edificio vuoto in cui s’imbattevano.

Nuovi poster sono apparsi in occasione del primo anniversario della rivolta.

I limiti della prima linea

Durante la maggior parte delle mobilitazioni, il conflitto tra la prima linea e i poliziotti si verifica a pochi isolati dalla piazza. Giorni prima dell’anniversario, la Polizia aveva annunciato che avrebbe mobilitato 40.000 agenti in tutto il Paese. Mentre dobbiamo presumere che tra i manifestanti vi fossero ufficiali in borghese in incognito, per la maggior parte della giornata nessun agente antisommossa in uniforme è arrivato a meno di un chilometro dalla piazza. Senza che i conflitti di strada avvenissero parallelamente con i festeggiamenti in Plaza Dignidad, la maggior parte della prima linea è rimasta in piazza con la folla.

Il fatto che non vi fossero poliziotti ha fatto sì che i gruppi potessero auto-organizzare in sicurezza altre attività, come uno spettacolo punk tenuto sotto un monumento a sud di Plaza Dignidad. Tuttavia, verso le 16:00, è scoppiata una rissa tra tifosi di calcio di squadre avversarie – il Colo Colo e l’Universidad de Chile - nello spazio tra lo spettacolo punk e la piazza. Non è chiaro come sia iniziata questa lotta. Qualcuno ha affermato che qualcuno a cui non piaceva la musica abbia lanciato delle pietre contro i punk, fatto che ha portato a un’escalation giunta a una lotta tra le squadre avversarie coinvolte nel fuoco incrociato. Altri hanno detto che è iniziata come lotta tra gli hooligan per prendere il controllo della statua di Baquedano perché ogni gruppo voleva una foto in cima al monumento iconico con le bandiere della propria squadra. A prescindere dal motivo scatenante, la gente si è allontanata dalla piazza per tutta la durata del combattimento, schivando pietre e petardi.

Membri della primera línea intenti a spaccare il selciato durante il corteo Mapuche.

Questa rissa tra i membri della prima linea scoppiata nel mezzo di Plaza Dignidad suggerisce un limite importante al format della prima linea stessa: senza una prima linea, non ci sono combattenti in prima linea. Spesso, la gente erige delle barricate solo quando la Polizia è nelle vicinanze, anziché creare preventivamente un terreno favorevole per le mobilitazioni di strada. Qui, la pratica standard del fronte è reagire alle incursioni della Polizia anziché prendere l’iniziativa.

Il potere della prima linea poggia sul fatto di essere radicato in pratiche condivise cui chiunque può partecipare, a prescindere dall’ideologia politica e dalle differenze sociali. Tuttavia né l’identificazione di sé né il riconoscimento esterno come “appartenente alla prima linea” possono sostituire le esperienze condivise che legano questi gruppi disparati. Senza che la Polizia tentasse di svuotare la piazza, questa coesione si è indebolita quando i gruppi si sono combattuti tra loro per gli spazi simbolici e la capacità di decidere come sarebbe stato rappresentato il corteo.

Un modo in cui i membri della prima linea potrebbero essere in grado di superare questa situazione sarebbe se le mobilitazioni di strada riuscissero a prendere l’iniziativa, sperimentando nuove tattiche ai margini della mobilitazione principale. Quindi, anche se la Polizia non è presente fin dall’inizio, i membri della prima linea potrebbero trasformare il terreno in modi ai quali la Polizia dovrebbe rispondere. Invece di emergere solo in risposta alle azioni della Polizia, la prima linea potrebbe ritagliarsi spazi più ampi nella città, rivelando alle persone nuovi modi di partecipare al movimento indipendentemente dalle differenze sociopolitiche.

“In Plaza Dignidad ho incontrato un amico che mi ha detto che una vicina stazione di servizio era stata saccheggiata. Abbiamo deciso di dare un’occhiata. Sebbene non fosse rimasto davvero nulla, abbiamo preso un mucchio di panini confezionati e succhi di frutta costosi da condividere con i nostri amici in piazza. Cinque minuti dopo, i poliziotti sono arrivati alla stazione di servizio e sono scoppiati scontri tra questi e la folla. Inzuppati dai guanacos, siamo tornati in piazza, dove abbiamo visto persone che urlavano e lanciavano pietre. “Oh no! La Polizia sta cercando di disperdere la piazza?” No, si è scoperto che le persone si lanciavano pietre a vicenda e qualcun altro scappava. Rendendomi conto che mi trovavo in mezzo ai due gruppi opposti, mi sono mosso velocemente per schivare le pietre e mettermi a distanza di sicurezza.”

-Testimone anonimo

“Marrichiweu” in lingua Mapuche significa “Dieci volte vinceremo.” Villa Francia è un quartiere ribelle.

Il ritorno del saccheggio

Nello stesso momento in cui è scoppiata la rissa tra gli hooligan, la gente stava saccheggiando i negozi nei paraggi di Plaza Dignidad. Tra le attività più grandi c’erano una stazione di servizio COPEC, un supermercato Santa Isabel e l’hotel Crowne Plaza. Mentre i poliziotti hanno arrestato i primi saccheggiatori a Santa Isabel, non sono stati in grado di difendere il supermercato. Quando gli agenti se ne sono andati, la folla ha iniziato ad accalcarsi intorno al supermercato, che è stato evacuato nell’arco della giornata. Anche due chiese del XIX secolo sono state saccheggiate e rase al suolo: la Parroquia de La Asuncion, , una chiesa del XIX secolo che fungeva anche da centro di tortura, dell’epoca della dittatura, e la Iglesia San Francisco de Borja, la chiesa ufficiale della forza di Polizia nazionale dei carabineros .

Spesso dimentichiamo che il saccheggio è un atto di festa, la cui importanza trascende l’atto fisico del furto. Intere famiglie e persone di ogni età sono entrate nelCrown Plaza solo per vedere com’era il suo interno, godendosi il brivido dell’ingresso non autorizzato. Gli amici s’inviavano messaggi per annunciare quando un edificio veniva saccheggiato, in modo tale che la gente potesse ottenere beni gratuiti o potesse prender parte alla nuova protesta di strada all’esterno. In una soleggiata domenica pomeriggio, il ritorno dei saccheggi ha aggiunto la sensazione che la piazza fosse ancora una volta uno spazio ingovernabile a disposizione di tutti i partecipanti.

Il frigorifero saccheggiato in fiamme.

Le persone si appropriavano dei beni di prima necessità a prescindere dal loro valore economico. Il Crown Plaza è stato saccheggiato per i mobili da portare alle barricate. All’alimentari di Santa Isabel, gli encapuchados hanno tirato fuori un frigorifero pieno di gelati per distribuirli alla folla. Dopo averlo svuotato, l’hanno spinto verso la barricata in fiamme. La stazione di servizio COPEC aveva poco da offrire oltre ad alcol e cibo spazzatura. Tuttavia, le persone hanno portato fuori patatine e birra, che sono circolate tra i manifestanti in Plaza Dignidad. È stato interessante notare che i beni di prima necessità sono stati i primi a essere stati tirati giù dagli scaffali: pannolini, latte artificiale, ortaggi e carne. Gli elettrodomestici potrebbero essere venduti online per denaro che potrebbe essere utilizzato per acquistare quantità più ingenti di tali prodotti di quanto le persone potrebbero trasportare, persone interessate ai beni di prima necessità al di fuori dalla loro portata durante la crisi economica in corso.3

La Polizia e la sinistra istituzionale cercano di creare delle distinzioni tra proteste “criminali” e proteste “rispettose della Legge.” Mentre il saccheggio è stato visto come un attacco appropriato contro le istituzioni fisiche del potere politico in Cile, colpire le chiese è stato controverso perché sembravano essere al di fuori del conflitto sociale esistente. Girano diverse voci. Gli aggressori erano manifestanti o solo giovani delinquenti? La primera línea o anarchici? Molte persone di destra sono arrivate al punto di affermare che fossero agenti segreti inviati dal Governo venezuelano. Molti di sinistra hanno affermato che si trattasse di una montatura— infiltrati della Polizia che perpetravano azioni brutali per far sembrare i manifestanti violenti e, quindi, illegittimi. Tuttavia, come altri hanno sostenuto), la distruzione di proprietà contro le istituzioni abusive aumenta effettivamente il sostegno ai movimenti nascenti e sottolinea l’illegittimità dei regimi politici.

L’incendio della chiesa in cui vengono assolti i peccati dei poliziotti.

Rifiutando di gettare benzina sul fuoco, molti di sinistra hanno invece cercato di spiegare gli attacchi alle due chiese. Per esempio, quella ufficiale dei carabineros, posta proprio dietro un grande monumento a loro dedicato, fu donata alle forze di Polizia nazionale durante la dittatura di Pinochet. Sin dalla dittatura, Polizia e forze armate cilene hanno avuto le loro istituzioni separate e parallele che includevano tutto, dagli ospedali ai sistemi pensionistici governativi, e la Chiesa cattolica cilena non è diversa. In quella di San Francisco de Borja si svolgono funzioni speciali dedicate ai carabineros e alle loro famiglie. Dal momento dell’ estallido, la Polizia ha utilizzato questa chiesa come punto di riferimento per le operazioni di dispersione della folla, erigendo barricate di cemento intorno all’edificio e al complesso commemorativo. La decisione di rendere la chiesa parte del processo di sorveglianza la rende oggetto di rabbia nell’ambito dei disordini diffusi.

Pensiamo tuttavia che sia insufficiente adottare i termini del dibattito stabiliti dai detrattori o dalla Polizia. Questo è ciò che accade quando si prova a smentire voci infondate giustificando la distruzione della proprietà dopo il fatto. La Polizia e gli osservatori esterni tentano costantemente di distinguere tra gli elementi “criminali” e quelli “rispettosi della Legge” delle manifestazioni di strada. Questa manovra ha lo scopo di far sì che alcune fasce della folla si vedano come “rispettose della Legge” e quindi legittime, per far sì che prendano le distanze dalle azioni che si verificano durante la mobilitazione di strada. Per chiunque sostenga la rivolta, il motivo per cui le chiese usate da poliziotti e militari potrebbero diventare il bersaglio della rabbia di una folla è ovvio. Nel tentativo di giustificare le azioni condannate dalla Polizia, rischiamo di perpetuare l’idea di manifestante “buono” contro manifestante “cattivo.”

Invece di cercare di giustificare la distruzione di proprietà in una più ampia mobilitazione di strada all’interno di un quadro di protesta politica, possiamo invece valutare l’importanza di una particolare azione sottolineando l’etica dimostrata dalla folla. La Polizia e altri detrattori della rivolta sperano di stabilire un legame tra governabilità e _ benessere della comunità._ Possiamo invece indicare i modi in cui le persone in situazioni ingovernabili agiscono per preservare il loro benessere collettivo mentre diventano incontrollabili insieme.

I vigili del fuoco tentano di spegnere le fiamme che stanno divorando la chiesa dei carabineros.

Mentre le chiese venivano saccheggiate, la gente applaudiva quando i banchi e le statue venivano aggiunti alle barricate. All’arrivo delle ambulanze e dei camion dei pompieri, i manifestanti sono accorsi per liberare un percorso e poi hanno rapidamente rimesso gli ostacoli sulla strada. Quando la chiesa ha preso fuoco, la gente ha intonato lo slogan “Que se queme!” (“Lasciamolo bruciare!”). Nonostante la folla sostenesse l’azione, i manifestanti hanno salvato la parte più importante della chiesa: una cuccia nel giardino vicino per i randagi del quartiere. Quando gli encapuchados stavano per incendiare la cuccia, altri manifestanti hanno gridato: “No la casita, es para los perros del barrio” (“Non la cuccia! È per i randagi del quartiere”). Gli encapuchados hanno portato la cuccia fino al giardino, rimettendola nella sua posizione originale. Mentre nelle proteste di strada accade spesso che i manifestanti impediscano agli encapuchados di distruggere proprietà, non sembrava esserci nessuno nella folla preoccupato di impedire alle persone di appiccare fuoco alla chiesa.

Mentre i media hanno fornito copertura e condannato gli atti di violenza contro le due chiese, pochissimi hanno parlato della brutalità della Polizia nella periferia di Santiago. Nello stesso momento in cui le chiese stavano bruciando, i carabineros nel quartiere di La Victoria uccidevano un diciassettenne durante una protesta. Poco dopo la morte del ragazzo, 300 encapuchados hanno attaccato un Distretto di polizia a Puente Alto con sassi e molotov, ferendo un agente.

Uno striscione a sostegno dei prigionieri politici. Si legge “Solidarietà con Monica e Francisco - nessun innocente, nessun colpevole!”


Il referendum del 25 ottobre

È ironico che la data del referendum sia coincisa con l’anniversario di quella che è notoriamente “il più grande corteo nella storia cilena,” un corteo che ha coinvolto una fascia significativa della popolazione cilena. Il contrasto tra partecipazione attiva e rappresentazione alienata non potrebbe essere più netto. Nel corso dei prossimi due anni, un’assemblea mista di membri del Congresso e delegati eletti redigerà una nuova costituzione cilena. Pochi sono convinti che questo referendum costituzionale porterà alle trasformazioni che vogliono vedere.

Il referendum consisteva in due domande. Primo: approva o rifiuta una nuova costituzione? Secondo: la nuova costituzione, se approvata, dovrebbe essere scritta in un’assemblea mista, composta da delegati dell’attuale legislatura e delegati scelti da un voto popolare successivo? Nonostante i partiti in piazza festeggino la prospettiva di una nuova costituzione, ricordiamo che questo referendum è nato nel novembre 2019 da un accordo tra le élite politiche, coinvolgendo sia il Governo conservatore sia l’opposizione sia la sinistra istituzionale. I partiti politici di sinistra si sono divisi perché i loro sostenitori non volevano negoziare con il Governo, chiedendo invece che il Governo Piñera fosse incarcerato per violazioni dei diritti umani.

In un recente articolo di CrimethInc, “[Tra politica elettorale e guerra civilehttps://it.crimethinc.com/2020/10/21/tra-politica-elettorale-e-guerra-civile-gli-anarchici-affrontano-le-elezioni-del-2020),” i nostri amici sostengono che la politica elettorale si basa sulla stessa logica della guerra civile. Sebbene l’estrema destra statunitense immagini che la guerra civile possa essere un’alternativa alla politica elettorale, in realtà sia questa sia la guerra civile portano a un consolidamento delle posizioni maggioritarie poiché pratiche e visioni diverse vengono forzatamente sussunte in posizioni più ampie. Nessuna di queste posizioni porta a una maggior libertà.

Mentre sembra che gli Stati Uniti siano sull’orlo della guerra civile, il Cile sembra essere sull’orlo della cooptazione elettorale. Il 25 ottobre, con il referendum, avrà luogo la prima delle otto elezioni che si terranno in Cile tra il 2020 e il 2022. La sinistra riconosce che il fatto che referendum sia una manovra per contrastare un cambiamento sostanziale, quindi dobbiamo continuare a lottare. Nonostante il referendum non rappresentasse la loro visione, ha sostenuto che avevamo la responsabilità di votare a favore, perché poteva essere l’unica opportunità per sbarazzarsi della costituzione di Pinochet del 1981.

I miti e i dibattiti che circondano questo referendum servono ad accecarci di fronte alla logica totalizzante della politica elettorale. Come alla fine dell’era di Pinochet, elezioni e referendum servono a canalizzare l’energia dalle diverse forme di rivolte in tutto il Paese. I detrattori possono denunciare l’organizzazione di ogni specifica elezione, pur insistendo tuttavia sul fatto che la politica elettorale è più importante delle nuove pratiche e delle nuove visioni della comunità di rivolta.

Graffiti lungo l’arteria principale di Santiago in memoria di George Floyd.

Ora più che mai, una pratica politica incentrata su questa o quella specifica elezione è destinata a dimostrarsi insufficiente. Anziché contestare il sistema elettorale secondo la politica rappresentativa, possiamo invece identificare i modi in cui la politica elettorale influisce sui nostri movimenti. Quando si svolgono le elezioni, manifestazioni e cortei sono vietati ed è procedura standard che i militari pattuglino lo spazio pubblico. Prima delle elezioni del 2017, i militari evacuarono diverse occupazioni femministe delle scuole superiori in modo che tali istituzioni potessero essere utilizzate come seggi elettorali. Il ritorno nelle strade dei militari ha drammaticamente intensificato la rivolta dello scorso anno ma forme eccezionali di controllo sociale non vengono contestate quando il Governo le implementa come parte del processo elettorale. L’attuale ciclo elettorale presenta una nuova narrativa che dà forma al nostro tempo di relazione, in cui tutti sentono che il cambiamento potrebbe essere ottenuto per mezzo delle elezioni proprio dietro l’angolo – non resta che aspettare e vedere. Sempre più giorni elettorali vogliono dire sempre più movimenti elettorali che possono fornire incessanti opportunità ai sedicenti “leader della comunità” di emergere come voce del movimento maggioritario e omogeneo che desiderano. Nel frattempo, queste procedure elettorali servono come opportunità per rafforzare il controllo sui nostri territori vissuti. Sempre più giorni elettorali significano sempre più movimenti elettorali che possono fornire incessanti opportunità agli autoproclamati “leader della comunità” di emergere come voce del movimento maggioritario e omogeneo da loro desiderato.

Questo è un momento in cui devono proliferare pratiche e visioni che indichino una via al di là della scelta tra politica elettorale e guerra civile. È fonte d’ispirazione il fatto che la notte della vittoria dell’ apruebo abbia segnato la prima volta che le persone siano scese in piazza e siano rimaste fuori oltre il coprifuoco militare. Nonostante il divieto di consumare alcolici, questi scorrevano per le strade. Non c’erano poliziotti in vista; le rovine della loro chiesa erano aperte a tutti affinché vi entrassero e si divertissero. Ironia della sorte, le elezioni hanno rappresentato un’opportunità di rivolta, nonostante le pretese di un processo pacifico e costituente. Dobbiamo trovare dei modi per offrire a coloro che al momento non sono coinvolti nella ribellione un nuovo modo per prendervi parte. Modi in cui le persone possano impegnarsi nelle stesse pratiche – che questo significhi combattere in prima linea, impossessarsi di terreni abbandonati per un quartiere o suonare musica per le strade - che consentano loro di elaborare la propria analisi del perché e del come farlo.

Per gli assassinati nella Democrazia.

  1. I carabineros sono ufficiali militari cileni con funzioni di forze dell’ordine che prendono di mira i civili e sono simili alla Guardia Civil spagnola e alla Gendarmerie francese. Diversamente dagli Stati Uniti, non ci sono Polizie locali sotto l’autorità municipale locale. I carabineros fanno capo al Ministero dell’Interno e a quello della Difesa. 

  2. Esatto: come degli stregoni, i poliziotti possono rubare la vostra identità e trasformarla in un fantasma per perseguitare i vostri compagni. 

  3. La crisi economica ha fatto chiudere la maggior parte delle imprese; rimangono aperti solo gli alimentari e i “negozi essenziali” con scaffali sempre riforniti. Tuttavia, le istituzioni saccheggiate sono note per aver reso la vita impossibile a milioni di cileni. Santa Isabel e Lider sono rispettivamente di proprietà di Lidl e Walmart. Dominano il mercato dei beni di prima necessità ma fanno pagare molto più dei mercati di strada, importando molti dei beni che mettono in vendita dall’estero. Qui in Cile, i marchi generici “più convenienti” in bella vista sugli scaffali di Lider e Walmart sono considerati marchi “premium.” Molte di queste aziende sono state giudicate colpevoli di fissare i prezzi per i beni di prima necessità, facendo aumentare il costo di carta igienica, pollo e medicinali.