Presentiamo qui di seguito un articolo scritto da anarchici ucraini per darti un contesto su come i partecipanti ai movimenti sociali di quel paese vedono i tragici eventi che si sono svolti lì da nove anni a questa parte. Crediamo che sia importante per tutti capire gli eventi che spiegano qui sotto e le domande che tali sviluppi fanno insorgere. Questo testo dovrebbe essere letto nel contesto degli altri punti di vista che abbiamo pubblicato dall’Ucraina e dalla Russia.
Questo testo è stato scritto insieme da numerosi attivisti attivi antiautoritari in Ucraina. Non rappresentiamo un’organizzazione ma ci siamo aggregati per scrivere questo testo e prepararci ad una possibile guerra.
Oltre a noi, questo testo è stato editato da più di 10 persone, compresi i partecipanti agli eventi descritti nel testo, giornalisti che hanno controllato l’accuratezza delle nostre affermazioni, e anarchici dalla Russia, Bielorussi ed Europa. Abbiamo ricevuto numerose correzioni e chiarificazioni per poter scrivere nella maniera più oggettiva possibile.
Se la guerra irromperà, non sappiamo se il movimento antiautoritario sopravviverà, ma noi ci proveremo. Nel frattempo, questo testo è un tentativo di tramandare online l’esperienza che abbiamo accumulato.
Al momento il mondo sta attivamente discutendo di una possibile guerra tra Russia e Ucraina. Occorre mettere in chiaro che la guerra tra Russia ed Ucraina è in corso dal 2014.
Ma partiamo dall’inizio.
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Le proteste di Maidan in Kyiv
Nel 2013 sono cominciate delle proteste di massa in Ucraina innescate dal pestaggio ad opera del Berkut (le forze di polizia speciale) degli studenti in protesta che erano scontenti per il rifiuto, dell’allora presidente Viktor Yanukovych, di firmare l’accordo di associazione con l’Unione Europea. Questo pestaggio funzionò come una chiamata all’azione per molti segmenti della società. Divenne chiaro a tutti che Yanukovych aveva passato il segno. Le proteste infine condussero alla fuga del presidente.
In Ucraina questi eventi sono chiamati “la Rivoluzione della Dignità”. Il governo russo ne parla come un golpe nazista, un progetto del Dipartimento di Stato USA, e così via. Le persone in protesta stesse erano una folla variegata: attivisti di estrema destra con i loro simboli, leader liberali che parlavano di valori europei ed integrazione europea, comuni ucraini che erano usciti allo scoperto contro il governo e pochi di sinistra. Sentimenti antioligarchici dominavano tra i manifestanti, mentre gli oligarchi a cui non piaceva Yanukovych finanziavano la protesta perché, Yanukovych, insieme con la sua cerchia ristretta, provava a monopolizzare il grande business durante il suo mandato. Vien da sè che per gli altri oligarchi la protesta rappresentava un’occasione per salvare i loro affari. Inoltre molti rappresentanti di medie e piccole imprese, presero parte alla protesta perché gli accoliti di Yanukovych non permettevano di lavorare liberamente e chiedevano loro denaro. Le persone comuni erano scontente dell’elevato livello di corruzione e la condotta arbitraria della polizia. E i nazionalisti che si opponevano a Yanukovych sulla base del fatto che fosse un politico pro-Russia riaffermarono loro stessi in maniera significativa. Gli espatriati bielorussi e russi si unirono alle proteste, percependo Yanukovych come un amico dei dittatori di Russia e Bieloruissia Vladimir Putin e Alexander Lukaskenko.
Se avete visto i video dei raduni del Maidan avrete notato che il grado di violenza delle proteste era alto; i manifestanti non avevano spazio per attuare una ritirata, quindi hanno dovuto combattere fino allo stremo. La Berkut avvolgeva le granate stordenti con i dadi delle viti che lasciavano delle ferite aperte dopo l’esplosione colpendo le persone negli occhi; e questo è il motivo per cui tante persone rimasero ferite. Negli stadi finali del conflitto le forze di sicurezza usarono armi militari uccidendo 106 manifestanti.
Di risposta, i manifestanti, hanno prodotto granate fatte a mano ed esplosivi e hanno portato armi da fuoco al Maidan. La produzione di molotov ricordava piccole divisioni militari.
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Nelle proteste del Maidan del 2014 le autorità hanno usato mercenari (Titushkas), fornendo loro armi, coordinandoli e cercando di usarli come una forza organizzata lealista. Ci furono scontri con loro che coinvolsero bastoni, martelli e coltelli.
Contrariamente all’opinione che il Maidan fosse una “manipolazione dell’Unione Europea e della NATO”, i supporter dell’integrazione europea chiamarono una protesta pacifica deridendo i militanti come tirapiedi. L’UE e gli USA criticarono l’assalto agli uffici governativi. Naturalmente forze ed organizzazioni “pro occidente” parteciparono alla protesta ma non la controllarono interamente. Varie forze politiche, inclusa l’estrema destra, interferirono nel movimento e tentarono di dettare la loro agenda. Introdussero i loro valori e divennero una forza organizzata grazie anche al fatto che loro stessi crearono il primo distaccamento combattente e invitarono tutti ad unirsi a loro allenandoli e dirigendoli.
In ogni caso nessuna delle varie forze riuscì ad essere assolutamente dominante. La tendenza principale era che quella fosse una mobilitazione spontanea di protesta diretta contro il regime corrotto ed impopolare di Yanukovych. Forse il Maidan può essere classificata come una delle molte “rivoluzioni rubate”. I sacrifici e gli sforzi di decine di migliaia di persone comuni furono usurpate da una manciata di politici che si sono fatti strada per il potere e il controllo sull’economia.
Il ruolo degli anarchici nelle proteste del 2014
Nonostante il fatto che gli anarchici in Ucraina abbiano una lunga storia durante il dominio di Stalin, chiunque fosse connesso con gli anarchici in qualsiasi modo, fu represso, e il movimento morì, e cessò il tramandarsi dell’esperienza rivoluzionaria. Il movimento iniziò a riprendersi negli anni ‘80 grazie agli sforzi degli storici e negli anni 2000 ricevette una grande spinta grazie allo sviluppo delle subculture e dell’antifascismo. Ma nel 2014 non era ancora pronto per delle serie sfide storiche.
Prima dell’inizio delle proteste gli anarchici erano singoli attivisti o sparpagliati in piccoli gruppi, in pochi argomentavano che il movimento sarebbe dovuto essere organizzato e rivoluzionario. Delle ben note organizzazioni che si stavano preparando per tali eventi c’era la Confederazione Rivoluzionaria Anarcosindacalista di Makhno (RCAS di Makhno), ma all’inizio delle rivolte si dissolse da sè, poiché i partecipanti non riuscirono a sviluppare una strategia per la nuova situazione.
Gli eventi del Maidan erano come quella situazione in cui le forze speciali irrompono in casa tua e hai bisogno di agire in maniera decisa, ma il tuo arsenale consiste solo di testi di canzoni punk, veganismo, libri vecchi di 100 anni e, nel migliore dei casi, l’esperienza di aver partecipato in antifascismo stradaiolo e conflitti sociali locali. Di conseguenza c’era molta confusione mentre le persone cercavano di capire cosa stesse succedendo.
Al tempo non era possibile creare una visione di insieme della situazione. La presenza dell’estrema destra nelle strade scoraggiò molti anarchici dal supportare le proteste visto che non volevano stare a fianco a dei nazisti dallo stesso lato della barricata. Questo portò molta controversia all’interno del movimento; alcune persone accusarono chi decise di unirsi alle proteste di fascismo.
Gli anarchici che parteciparono alle proteste erano scontenti della brutalità della polizia e di Yanukovych stesso e della sua posizione pro Russia. In ogni caso non riuscirono ad avere un impatto significativo sulle proteste, visto che essenzialmente erano nella categoria degli outsider.
Alla fine gli anarchici parteciparono nella rivoluzione del Maidan individualmente e in piccoli gruppi, per lo più in iniziative di volontariato/non militanti. Dopo un po’, decisero di cooperare e formare il loro proprio “centinaio” (un gruppo di combattimento di 60-100 persone). Ma durante la registrazione del distaccamento (una procedura obbligatoria al Maidan), gli anarchici sovrastati in numero furono dispersi dai partecipanti di estrema destra armati. Gli anarchici rimasero, ma non cercarono più di creare grandi gruppi organizzati.
Tra gli uccisi del Maidan c’era l’anarchico Serjei Kemsky che fu, ironicamente, insignito post mortem del titolo Eroe di Ucraina. Venne colpito da un cecchino durante una fase calda degli scontri con le forze di sicurezza. Durante le proteste, Serjei lanciò un appello intitolato “Lo senti, Maidan?” nel quale delineava le possibili vie di sviluppo della rivoluzione, enfatizzando gli aspetti di democrazia diretta e trasformazione sociale.
Ritrovo di un drappello di anarchici.
L’inizio della guerra: l’annessione della Crimea
Il conflitto armato con la Russia iniziò otto anni fa, nella notte tra il 26-27 febbraio del 2014, quando il palazzo del parlamento della Crimea e il Consiglio dei Ministri furono assaltati da sconosciuti uomini armati. Usavano armi, uniformi ed equipaggiamenti russi ma non avevano i simboli dell’esercito regolare russo. Putin non riconobbe la partecipazione dell’esercito russo in quest’operazione, sebbene più tardi lo ammise personalmente in un film documentario di propaganda “Crimea: the way to the homeland” (Crimea: la strada verso la patria).
Qui c’è da capire che al tempo di Yanukovych l’esercito ucraino era in condizioni veramente misere. E sapendo che c’era un esercito regolare russo di 220 mila unità operanti in Crimea, il governo provvisorio in Ucraina non osò confrontarcisi.
Dopo l’occupazione, molti residenti hanno affrontato la repressione che continua ancora oggi. Anche i nostri compagni sono tra i repressi. Possiamo brevemente ricapitolare alcuni dei casi di più alto profilo. L’anarchico Alexander Kolchenko è stato arrestato insieme all’attivista pro democrazia Oleg Sentsov e trasferiti in Russia il 16 maggio 2014. Cinque anni dopo furono rilasciati come risultato di uno scambio di prigionieri. L’anarchico Alexei Shestakovich è stato torturato, soffocato con una busta di plastica in testa, picchiato, e minacciato di ritorsioni; riuscì a scappare. L’anarchico Evgeny Karakashev è stato arrestato nel 2018 per un re- post su Vkontakte (un social network); rimane in custodia.
L’anarchico Alexander Kolchenko dopo essere stato liberato grazie a uno scambio di prigionieri.
Disinformazione
Manifestazioni pro Russia si tennero in città russofone vicine al confine russo. I partecipanti avevano paura di NATO, nazionalisti radicali, e repressione indirizzata verso la popolazione russofona. Dopo il collasso dell’URSS molte famiglie in Ucraina, Russia e Bielorussia, avevano legami familiari ma gli eventi del Maidan causarono grosse spaccature nelle relazioni personali. Quelli che erano fuori da Kyev che guardavano la tv russa erano convinti che Kyev fosse stata conquistata da un manipolo nazista e che ci fossero delle purghe della popolazione russofona.
La Russia lanciò una campagna di propaganda utilizzando i seguenti messaggi: “punitori”, ovvero, Nazisti stanno arrivando da Kyev verso Donetsk, vogliono distruggere la popolazione russofona (nonostante Kyev sia una citta a prevalenza russofona). Nelle loro dichiarazioni di disinformazione, i propagandisti hanno usato foto dell’estrema destra e hanno diffuso fake news di tutti i tipi. Durante le ostilità, apparve una delle bufale più note: la cosiddetta crocifissione di un ragazzino di tre anni che secondo quanto riportato fu attaccato ad un carrarmato e trascinato lungo la strada. In Russia questa storia è stata trasmessa nei canali federali ed è diventata virale in internet.
Nel 2014, nella nostra opinione, la disinformazione ha giocato un ruolo chiave nella generazione del conflitto armato: alcuni residenti di Donetsk e Lugansk temevano che sarebbero stati uccisi, quindi imbracciarono le armi e chiesero aiuto alle truppe di Putin.
Il conflitto armato nell’Ucraina Orientale
“Il grilletto della guerra è stato premuto” nelle parole di Igor Girkin, un colonnello del FSB (l’Agenzia della Sicurezza di Stato successora del KGB) della federazione russa. Girkin, un fautore dell’imperialismo russo, decise di radicalizzare le proteste pro Russia. Attraversò il confine con un gruppo armato di russi e (nel 12 aprile del 2014) assaltò l’edificio del Ministero dell’Interno di Slavyansk per prendere possesso delle armi. Le forze di sicurezza pro Russia iniziarono ad unirsi a Girkin. Quando apparve la notizia sui gruppi armati di Girkin, l’Ucraina annunciò l’avvio di un’operazione antiterroristica.
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Una parte della società ucraina, determinata a proteggere la sovranità nazionale, realizzando che l’esercito aveva capacità limitate, organizzò un movimento su larga base volontaria. Quelli che tra loro erano in qualche modo competenti su questioni militari, divennero istruttori o formarono battaglioni volontari. Alcuni si unirono all’esercito regolare e battaglioni volontari come volontari umanitari. Fecero delle raccolte fondi per armi, cibo, munizioni, carburante, trasporti, affitto di macchine civili e cose simili. Spesso i partecipanti nei battaglioni volontari erano armati ed equipaggiati meglio dei soldati dell’esercito di stato. Questi distaccamenti dimostrarono un significativo livello di solidarietà ed auto-organizzazione ed effettivamente rimpiazzarono le funzioni dello stato nella difesa territoriale permettendo all’esercito (che era poveramente equipaggiato a quel tempo) di resistere al nemico con successo.
I territori controllati dalle forze pro russe cominciarono a ridursi rapidamente. Poi, l’esercito regolare russo intervenne.
Possiamo sottolineare tre punti cronologici chiave:
- l’esercito ucraino si rese conto che armi, volontari, specialisti militari stavano arrivando dalla Russia. E quindi, il 12 luglio del 2014, diedero avvio ad un’operazione sul confine russo-ucraino. Comunque durante l’avanzata militare l’esercito ucraino fu attaccato dall’artiglieria russa e l’operazione fallì. Le forze armate subirono ingenti perdite.
- l’esercito ucraino cercò di occupare Donestk. Mentre stavano avanzando, furono circondati dalle truppe regolari russe vicino a Ilovaisk. Persone che conosciamo, e che erano parte di uno dei battaglioni volontari, furono anch’esse catturate. Loro hanno visto l’esercito russo in prima persona. Dopo tre mesi, riuscirono a ritornare come risultato di uno scambio di prigionieri di guerra.
- l’esercito ucraino controllava la città di Debaltseve, che ospitava un vasto snodo ferroviario. Questo interruppe il collegamento stradale diretto tra Donestk e Lugansk. Alla vigilia delle negoziazioni fra Poroshenka (il Presidente dell’Ucraina al tempo) e Putin, i quali avrebbero dovuto iniziare un cessate il fuoco di lungo termine, le postazioni ucraine furono attaccate dalle unità supportate dalle truppe russe. L’esercito ucraino era di nuovo circondato e subì gravi perdite.
Combattenti volontari durante un’azione a Ilovaisk nel 2014.
Ad oggi (febbraio 2022), le parti hanno concordato un cessate il fuoco ed un ordine condizionale “di pace e quiete” che è mantenuto, nonostante ci siano violazioni consistenti. Numerosi persone muoiono ogni mese.
La Russia nega la presenza di truppe regolari russe e l’approvvigionamento di armi ai territori che non sono controllati dalle autorità ucraine. I militari russi che sono stati catturati sostengono di essere stati messi in allerta per un’esercitazione e solo quando sono arrivati alla loro destinazione hanno realizzato di trovarsi nel mezzo della guerra in Ucraina. Prima di attraversare il confine, hanno rimosso i simboli dell’esercito russo, allo stesso modo dei loro colleghi in Crimea. In Russia, i giornalisti hanno trovato cimiteri di soldati caduti, e tutte le informazioni riguardo le loro morti sono sconosciute: gli epitaffi sulle lapidi indicano solamente le date delle loro morti con l’anno 2014.
Sostenitori delle repubbliche non riconosciute
Le basi ideologiche degli oppositori del Maidan erano anch’esse varie. Le principali idee condivise erano il malcontento per la violenza contro la polizia e l’opposizione alle rivolte a Kyev. Le persone che sono state cresciute con narrazioni culturali, film e musica russi temevano la distruzione della lingua russa. I sostenitori dell’URSS e gli ammiratori della sua vittoria nella seconda guerra mondiale credevano che l’Ucraina dovesse allinearsi con la Russia e non erano felici con l’ascesa dei nazionalisti radicali. Gli aderenti all’ Impero Russo percepivano le proteste del Maidan come una minaccia del territorio Russo. Le idee di questi alleati possono essere esemplificate con questa foto che ritrae le bandiere dell’URSS, dell’Impero Russo, e il nastro di San Giorgio come simbolo della vittoria nella Seconda Guerra Mondiale. Potremmo descriverli come conservatori autoritari, fautori del vecchio ordine.
Il fronte pro russo era composto da polizia, imprenditori, politici, e i militari che simpatizzavano con la Russia, cittadini comuni spaventati dalle fake news, vari individui di ultra destra compresi patrioti russi e vari tipi di monarchici, imperialisti pro russi, il gruppo task force “Rusich”, la compagnia militare privata del gruppo “Wagner”, incluso il noto neonazista Alexei Milchakov, il recentemente deceduto Egor Prosvirnin, fondatore del media project sciovinista nazionalista russo “Sputnik e Pogrom” e molti altri. C’erano anche sinistroidi autoritari, che celebravano l’URSS e la sua vittoria nella Seconda Guerra Mondiale.
L’ascesa dell’estrema destra in Ucraina
Come abbiamo descritto, la destra riuscì a guadagnare simpatia durante il Maidan organizzando unità combattenti e mostrandosi pronte al confronto fisico con la Berkut. La presenza di armi militari consentì loro di mantenere l’indipendenza e forzare altri a schierarsi con loro. Nonostante il loro uso aperto di simboli fascisti come svastiche, denti di lupo, croci celtiche, e loghi delle SS, era difficile screditarli, perché la necessità di combattere le forze del governo Yanukovych portò molti ucraini a richiedere la cooperazione con loro.
Dopo il Maidan, la destra soppresse attivamente le manifestazioni delle forze pro russe. All’inizio delle operazioni militari, cominciarono a formare battaglioni volontari. Uno dei più famosi è il battaglione “Azov”. All’inizio, consisteva in 70 combattenti; ora è un reggimento di 800 persone con i propri veicoli blindati, artiglieria, compagnia corazzata, e un progetto separato in accordo con gli standard NATO, la Scuola Ufficiali. Il battaglione Azov è uno delle unità più efficaci in combattimento dell’esercito ucraino. C’erano anche altre formazioni militari fasciste come ad esempio l’Unità Ucraina Volontaria “Settore Destro” (Pravy Sektor) e l’organizzazione dei nazionalisti ucraini, ma questi sono meno largamente conosciuti.
Come conseguenza la destra ucraina ottenne una cattiva reputazione tra i media russi. Ma molti in Ucraina consideravano ciò che era odiato in Russia come un simbolo di lotta in Ucraina. Per esempio, il nome del nazionalista Stepan Bandera, che è conosciuto principalmente come un collaboratore nazista in Russia, fu usato attivamente dai manifestanti come una forma di scherno. Alcuni si facevano chiamare Judeo-banderani per trollare i fautori delle teorie di cospirazione giudaico-massonica.
Con il tempo il trolling contribuì ad un picco in attività dell’estrema destra. Quelli di destra indossavano apertamente simboli di estrema destra; supporter comuni del Maidan sostenevano di essere loro stessi banderani, che mangiavano i bambini russi e memavano a questo fine. L’estrema destra si fece strada nel mainstream: furono invitati a partecipare in show televisivi e in altre piattaforme dei media corporativi, sulle quali erano presentati come patrioti e nazionalisti. I sostenitori liberali del Maidan presero le loro parti convinti che i nazisti fossero una bufala inventata dai media russi. Tra il 2014 e il 2016, chiunque fosse pronto a combattere era accolto, sia che fosse un nazista, un anarchico, un mafioso del crimine organizzato, o un politico che non manteneva le sue promesse.
L’ascesa dell’estrema destra si deve al fatto che loro erano meglio organizzati in situazioni critiche ed erano capaci di suggerire metodi efficaci nel combattere altri ribelli. Gli anarchici fornirono qualcosa di simile in Bielorussia, dove riuscirono ad ottenere la simpatia del pubblico ma non su una scala significante come l’estrema destra fece in Ucraina.
Nel 2017 dopo che iniziò il cessate il fuoco e il bisogno di combattenti diminuì, la SBU (servizio di sicurezza dellUucraina) e il governo cooptarono il movimento di destra, imprigionando o neutralizzando chiunque avesse una prospettiva indipendente (o anti sistema) su come sviluppare il movimento di destra- inclusi Oleksandr Muzychko, Oleg Muzhchil, Yarolsav Babich, e altri.
Oggi, è ancora un nutrito movimento, ma la loro popolarità è considerevolmente diminuita ed i loro leader sono affiliati al Servizio di sicurezza, polizia e politici; non rappresentano una forza politica realmente indipendente. Le discussioni sul problema dell’estrema destra stanno diventando più frequenti nel campo democratico, dove le persone stanno sviluppando una comprensione dei simboli e delle organizzazioni con cui hanno a che fare piuttosto che sminuire tacitamente le preoccupazioni.
L’attività degli anarchici e degli antifascisti durante la guerra
Con lo scoppio dello operazioni militari, apparve una divisione tra coloro che erano pro-Ucraina e quelli che supportavano le cosiddette DNR/LNR (Repubblica Popolare di Donetks e Repubblica Popolare di Luanks).
C’era un diffuso sentimento di “no alla guerra” nella scena punk durante i primi mesi della guerra, ma non durò a lungo. Analizziamo ora i campi pro-ucraino e pro-russo.
Pro-Ucraino
A causa della mancanza di un’organizzazione massiva i primi volontari anarchici e antifascisti andarono in guerra individualmente come combattenti singoli, medici militari, e volontari. Provarono a formare un proprio squadrone, ma a causa della mancanza di conoscenza e risorse questo tentativo fu fallimentare. Alcune persone si unirono persino al battaglione Azov e alla OUN (Organizzazione dei nazionalisti Ucraini). Le ragioni erano banali: si sono aggiunti al gruppo più accessibile. Di conseguenza, alcune persone si convertirono alla politica di destra.
[nota degli editori: Sebbene non sappiamo i dettagli di questi eventi—e sia difficile confermarli perché gli autori sono nel mezzo di una guerra su vasta scala—ovviamente ogni presunto antifascista o “anarchico” che si unisce ad una milizia di matrice fascista non è mai stato anarchico in prima istanza. Manteniamo questo paragrafo come ci è arrivato perché crediamo sia importante essere critici e mettere al centro le voci delle persone coinvolte negli eventi. Puoi leggere altre nostre riflessioni su questo argomento andando qui.]
Le persone che non presero parte alle battaglie raccolsero fondi per la riabilitazione delle persone ferite nell’Est e per la costruzione di un rifugio anti-aereo in un asilo collocato vicino alla linea del fronte. C’era anche uno squat chiamato “Autonomy” in Kharkiv, un centro sociale e culturale apertamente anarchico, a quel tempo, si concentrarono sull’aiuto ai rifugiati. Fornirono alloggio e un mercato gratuito permanente, consultandosi con i nuovi arrivi e dirigendoli alle risorse, e portando avanti attività educative. In più, il centro divenne un luogo per discussioni teoriche. Sfortunatamente, nel 2018 il progetto cessò di esistere.
Tutte queste azioni erano iniziative individuali di gruppi o persone. Non si svilupparono nella cornice di una singola strategia.
Uno dei fenomeni più significativi di quel periodo era una organizzazione, un tempo grande, di nazionalisti radicali, “Autonomny Opir” (resistenza autonoma). Iniziarono ponendosi a sinistra nel 2012; per il 2014 avevano virato così tanto a sinistra che i singoli membri giungevano persino a definirsi “anarchici”. Inquadravano il loro nazionalismo come una battaglia per “libertà” e per controbilanciare il nazionalismo russo, usando il movimento zapatista ed i curdi come modello. Se confrontati ad altri progetti nella società ucraina, erano percepiti come gli alleati più vicini, perciò alcuni anarchici cooperarono con loro, mentre altri criticarono questa cooperazione e l’organizzazione stessa. Membri della AO parteciparono anche attivamente in battaglioni volontari e cercarono di diffondere l’idea di “anti-imperialismo” nell’esercito. Difesero anche il diritto delle donne di partecipare alla guerra; componenti donne dell’AO parteciparono alle operazioni belliche. AO supportava centri di addestramento nell’addestramento di combattenti e dottori, fece volontariato per l’esercito, e organizzò il centro sociale “Citadel” in Lviv dove i rifugiati erano collocati.
Mosca, 2014: anarchici marciano contro l’aggressione russa.
Pro russo
L’imperialismo russo moderno è costruito sulla percezione che la Russia sia l’erede dell’URSS -non nel suo sistema politico, ma sul piano territoriale. Il regime di Putin vede la vittoria sovietica nella Seconda Guerra Mondiale, non come una vittoria ideologica sul nazismo, ma come una vittoria sull’Europa che mostra la forza e il vigore russo. In Russia e nei paesi che essa controlla, la popolazione ha meno accesso all’informazione, perciò la macchina di propaganda di Putin non si scomoda nel creare un concetto politico complesso. La narrazione è essenzialmente quella che segue: gli Stati Uniti e l’Europa erano spaventati dalla forte URSS, la Russia è l’erede dell’URSS e l’intero territorio della fu Unione Sovietica è russo, i carri armati russi entrarono a Berlino, il che significa che “possiamo farlo ancora” e mostreremo alla NATO chi è il più forte qui, la ragione per cui l’Europa sta “marcendo” è per tutti i gay e i migranti fuori controllo laggiù.
Adesivi molto popolari in Russia nel 2014 e 2015. La scritta recita “Possiamo farlo ancora”.
Le fondamenta ideologiche che erano mantenute dalla posizione pro russa all’interno della sinistra erano il retaggio dell’Unione Sovietica e della sua vittoria nella Seconda Guerra Mondiale. Da quando la Russia afferma che il governo a Kyev è stato conquistato dai nazisti e dalla loro giunta, gli oppositori del Maidan descrivevano loro stessi come dei combattenti contro il fascismo e la giunta di Kyev. Questo modo di presentarsi indusse la simpatia tra la sinistra autoritaria – per esempio, in Ucraina, compresa l’organizzazione “Borotba”. Durante gli eventi più significativi del 2014, tennero prima una posizione lealista e poi una posizione pro russa. Presso Odessa, il 2 maggio del 2014, molti dei loro attivisti furono uccisi durante scontri di piazza. Alcune persone di questo gruppo hanno anche partecipato in degli scontri nelle regioni di Donetsk e Lugansk e alcuni di loro morirono lì.
“Borotba” ha descritto la loro motivazione come volta a combattere il fascismo. Esortarono la sinistra europea a schierarsi in solidarietà con la “Repubblica Popolare di Donetsk” e la “Repubblica Popolare di Luhansk”. Dopo che l’email di Vladislav Surkov (lo stratega politico di Putin) fu hackerata, trapelò che i membri di Borotba avevano ricevuto fondi ed erano supervisionati dagli uomini di Surkov.
I comunisti autoritari della Russia supportarono le Repubbliche separatiste per ragioni simili.
La presenza di supporter dell’estrema destra del Maidan motivò anche antifascisti apolitici a supportare la “DNR” e la “LNR”. Ancora, alcuni di loro parteciparono nei combattimenti nelle regioni di Donesk e Lugansk, e alcuni morirono lì.
Tra gli antifascisti ucraini, c’erano antifascisti “apolitici”, persone subculturalmente affiliate che avevano attitudine negativa verso il fascismo “perché i nostri nonni lo hanno combattuto”. La loro comprensione del fascismo era astratta: essi stessi erano spesso politicamente incoerenti, sessisti, omofobi, patrioti della Russia e così via.
L’idea di supportare le cosiddette repubbliche guadagnò un forte appoggio nella sinistra in Europa. Tra i più noti tra i loro supporter c’è la rock band italiana “Banda Bassotti” e il partito tedesco Die Linke. Oltre ad una raccolta fondi, la Banda Bassotti ha fatto un tour in “Novorossia”. Trovandosi nel parlamento europeo, Die Linke ha appoggiato la narrazione pro russa in ogni modo possibile e organizzò videoconferenze con militanti pro russi, andando in Crimea e nelle repubbliche non riconosciute. I membri più giovani di Die Linke, così come la Fondazione Rosa Luxembourg (la fondazione del partito Die Linke), ribadiscono che questa posizione non è condivisa da tutti i partecipanti, ciò nonostante i membri preminenti del Partito la diffondono, come ad esempio Sahra Wagenknecht e anche Sevim Dagdelen.
La Banda Bassotti a Donetsk nel 2014.
La posizione pro russa non guadagnò popolarità tra gli anarchici. Tra le prese di posizione individuali, la più visibile fu la posizione di Jeff Monson, un combattente di MMA dagli Stati Uniti che ha dei tatuaggi con simboli anarchici. Lui considerava se stesso precedentemente come un anarchico, ma in Russia, lavora apertamente per il Partito di governo Russia Unita ed è in servizio come deputato alla Duma.
Per riassumere il campo pro Russia di “sinistra”, noi ci vediamo l’opera dei servizi speciali russi e le conseguenze di una incapacità ideologica. Dopo l’occupazione della Crimea, agenti del FSB russo approcciarono verbalmente anarchici antifascisti locali, offrendogli il permesso di continuare le loro attività ma suggerendogli che avrebbero dovuto da lì in poi includere nella loro agitazione l’idea che la Crimea dovrebbe essere parte della Russia. In Ucraina, ci sono piccoli gruppi di informazione ed attivisti che si posizionano come antifascisti e al tempo stesso esprimono posizioni essenzialmente pro russe; molte persone sospettano che loro stiano lavorando per la Russia. La loro influenza è minima in Ucraina, ma i loro membri servono i propagandisti russi come “informatori”.
Ci sono anche offerte di “cooperazione” dall’Ambasciata Russa e membri pro russi del parlamento come Ilya Kiva. Loro cercano di giocare sull’attitudine negativa nei confronti dei nazisti come il battaglione Azov e si offrono di pagare le persone per cambiare il loro posizionamento. Al momento, solo Rita Bondar ha apertamente ammesso di ricevere denaro in questo modo. Lei era usa scrivere per dei media di sinistra ed anarchici ma per via del suo bisogno di soldi, ha scritto sotto pseudonimo, per piattaforme affiliate al propagandista russo Dmitry Kiselev.
Nella Russia stessa ci sono testimonianze dell’eliminazione del movimento anarchico e dell’ascesa dei comunisti autoritari che stanno estromettendo gli anarchici dalla subcultura antifascista. Uno dei momenti recenti più indicativi è l’organizzazione di un torneo antifascista nel 2021 in memoria de “il soldato sovietico”.
C’è una minaccia di una guerra su vasta scala con la Russia? Una posizione anarchica
Circa dieci anni fa, l’idea di una guerra su vasta scala in Europa sarebbe sembrata folle, dal momento che gli stati europei secolari nel ventunesimo secolo cercano di giocare sul loro “umanismo” e mascherano i loro crimini. Quando si impegnano in operazioni militari, lo fanno da qualche parte lontana dall’Europa. Ma quando si stratta della Russia, abbiamo assistito all’occupazione della Crimea e i seguenti finti referendum, la guerra nel Dombass, l’incidente aereo dell’MH17. L’Ucraina sperimenta continuamente attacchi hacker e minacce di bombardamenti, non solo a palazzi di Stato, ma anche a scuole ed asili.
In Bielorussia nel 2020, Lukashenka arditamente dichiarò se stesso il vincitore delle elezioni con un risultato dell’80% dei voti. Le sommosse in Bielorussia hanno portato addirittura ad uno sciopero dei propagandisti bierlorussi. Ma dopo l’atterraggio di aerei del russo FSB, la situazione è cambiata drammaticamente e il governo bielorusso ha avuto successo nel sopprimere violentemente le proteste.
Uno scenario simile è avvenuto nel Kazakhstan, ma li gli eserciti regolari di Russia, Bielorussia, Armenia, Kyrgikizstan sono stati portati in aiuto del regime per sopprimere la rivolta come parte della cooperazione CSTO (Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva).
I Servizi Speciali russi hanno richiamato dei rifugiati dalla Siria alla Bielorussia in modo da creare un conflitto al confine con l’Unione Europea. E’ stato scoperto che un gruppo dell’FSB russo era implicato in omicidi politici con l’utilizzo di armi chimiche – il già noto “Novichok”. Oltre agli Skripals e Navalny, hanno ucciso anche altre figure politiche in Russia. Il regime di Putin risponde a tutte le accuse dicendo “non siamo noi, state tutti mentendo”. Nel frattempo, Putin stesso ha scritto un articolo sei mesi fa nel quale asserisce che russi ed ucraini sono un’unica nazione e dovrebbero stare insieme. Vladislav Surkov (uno stratega politico che sviluppa le politiche di stato russe, connesso con i governi fantoccio nelle cosiddette DNR e LNR) ha pubblicato un articolo dichiarando che “l’impero deve espandersi altrimenti perirà”. In Russia, Bielorussia, Kazakhistan durante gli ultimi due anni il movimento di protesta è stato brutalmente soppresso e i media di opposizione ed indipendenti sono stati distrutti.
Considerato il tutto, la probabilità di una guerra su vasta scala è alta – in qualche modo è più alta quest’anno rispetto all’anno scorso. Perfino gli analisti più acuti sono incapaci di predire esattamente quando scoppierà. Forse una rivoluzione in Russia potrebbe alleviare la tensione nella regione; comunque, come scritto sopra, il movimento di protesta è stato soffocato.
Gli anarchici in Ucraina, Bielorussia e Russia per lo più supportano l’indipendenza ucraina direttamente o implicitamente. Questo perché, anche con tutta l’isteria nazionale, corruzione, e un ampio numero di nazisti, se comparata alla Russia e ai paesi controllati da essa, l’Ucraina sembra un’isola di libertà. Questo paese rappresenta un “fenomeno unico” nella regione post sovietica con la rimpiazzabilità del presidente, un parlamento che ha più del potere nominale, il diritto di assembramento pacifico; in alcuni casi, grazie all’attenzione aggiunta della società, le corti ogni tanto funzionano persino in accordo ai loro protocolli ufficiali. Dire che questo è preferibile alla situazione in Russia non è nulla di nuovo. Come scrisse Bakunin, “siamo fermamente convinti che la più imperfetta repubblica è mille volte meglio della monarchia più illuminata”.
Ci sono molti problemi in Ucraina, ma questi problemi sono più facilmente risolvibili senza l’intervento della Russia.
Vale la pena combattere le truppe russe in caso di invasione? Noi crediamo che la risposta sia sì. Le opzioni che gli anarchici ucraini stanno considerando al momento includono arruolarsi nelle forze armate ucraine, impegnarsi in difesa territoriale, partigianeria e attività volontarie.
L’Ucraina è adesso in prima linea nella battaglia contro l’imperialismo russo. La Russia ha dei piani a lungo termine per distruggere la democrazia in Europa. Sappiamo che ben poca attenzione è stata posta su questo pericolo in Europa. Ma se seguite le affermazioni di politici di alto profilo, organizzazioni di estrema destra, e comunisti autoritari, nel tempo, noterete che c’è già un grande network di spionaggio in Europa. Per esempio alcuni alti ufficiali (ndt: capi di stato), dopo aver lasciato la carica, sono ricompensati con una posizione in una compagnia petrolifera russa (Gerhard Schroder, Francois Fillon).
Consideriamo gli slogan “di no alla guerra” oppure “la guerra degli imperi” essere inefficaci e populisti. Il movimento anarchico non ha alcuna influenza nel processo, per questo tali affermazioni non cambiano niente.
La nostra posizione si basa sul fatto che noi non vogliamo scappare, non vogliamo essere ostaggi, e non vogliamo essere uccisi senza combattere. Potete guardare all’Afghanistan e capire cosa “no alla guerra” significhi: quando i Talebani avanzano, le persone fuggono in massa, muoiono nel caos degli aeroporti, e quelli che rimangono sono epurati. Questo descrive cosa sta succedendo in Crimea e potete immaginare cosa succederà dopo l’invasione della Russia nelle altre regioni dell’Ucraina.
Come per l’attitudine nei confronti della NATO, gli autori di questo testo sono divisi tra due posizioni. Alcuni di noi hanno un approccio positivo verso questa situazione. E’ ovvio che l’Ucraina non può contrastare la Russia da sola. Anche prendendo in considerazione il vasto movimento volontario, sono necessarie nuove armi e tecnologie. Tolta la NATO, l’Ucraina non ha altri alleati che possano essere d’aiuto.
Possiamo rievocare la storia del Kurdistan Siriano. I locali erano obbligati a cooperare con la NATO contro l’Isis – l’unica alternativa era fuggire o essere uccisi. Siamo ben consapevoli che il supporto dalla NATO può sparire molto velocemente se l’occidente sviluppa nuovi interessi o trova il modo di negoziare qualche compromesso con Putin. Persino ora, l’autogoverno è costretto a cooperare con il regime di Assad, comprendendo di non avere molte altre alternative.
Una possibile invasione russa forza il popolo ucraino a cercare alleati nella lotta contro Mosca. Non sui social media, ma nel mondo reale. Gli anarchici non hanno sufficienti risorse in Ucraina o altrove per rispondere con efficacia all’invasione del regime di Putin. Perciò, occorre valutare di accettare il supporto da parte della NATO.
L’altra posizione alla quale aderiscono altri in questo gruppo di scrittura, è che sia NATO che Unione Europea, nel rafforzamento della loro influenza in Ucraina, cementeranno l’attuale sistema di “capitalismo selvaggio” nel paese e renderanno il potenziale per una rivoluzione sociale ancor meno realizzabile. Nel sistema del capitalismo globale, la cui nave ammiraglia sono gli USA come i leader della NATO, all’Ucraina è assegnato il ruolo di umile frontiera: un fornitore di lavoro e risorse a basso costo. Per questo, è importante per la società ucraina realizzare la necessità di indipendenza da tutti gli imperialisti. Nel contesto della capacità di difesa del paese, l’enfasi non dovrebbe essere posta su tecnologia e supporto NATO per l’esercito regolare, ma sul potenziale della società come resistenza guerrigliera di base.
Consideriamo questa guerra principalmente contro Putin e i regimi sotto il suo controllo. In aggiunta alla banale motivazione di non voler vivere sotto una dittatura, vediamo del potenziale nella società ucraina che è una delle più attive, indipendenti, e ribelli nella regione. La lunga storia di resistenza popolare degli ultimi 30 anni è una solida prova di questo. Questo ci dà speranza che il concetto di democrazia diretta possa trovare qui un terreno fertile.
La situazione attuale degli anarchici in Ucraina e le nuove sfide
La posizione outsider durante il Maidan e la guerra ha avuto un effetto demoralizzante nel movimento. La sensibilizzazione era intralciata dalla propaganda russa che monopolizzava il termine “antifascismo”. Per via della presenza di simboli dell’URSS tra i militanti pro russi, l’attitudine nei confronti del termine “comunismo” era estremamente negativa, così persino la combinazione “anarco-comunismo” era percepita negativamente. Le dichiarazioni contro l’ultra destra pro Ucraina gettano un’ombra di dubbio sugli anarchici agli occhi della gente comune. C’era un tacito accordo che l’ultra destra non avrebbe attaccato gli anarchici e gli antifascisti se questi non avessero ostentato i loro simboli alle manifestazioni e cose simili. La destra aveva un sacco di armi nelle sue mani. Questa situazione ha creato un sentimento di frustrazione; la polizia non funzionava bene, così qualcuno avrebbe potuto essere ucciso facilmente senza conseguenze. Per esempio, nel 2015, l’attivista pro Russia Oles Vuzina fu ucciso.
Tutto questo incoraggiò gli anarchici ad approcciarsi alla situazione più seriamente.
Una dimensione underground radicale iniziò a svilupparsi a partire dal 2016; notizie riguardo le azioni radicali iniziarono ad apparire. Comparvero risorse anarchiche radicali che spiegavano come comprare armi e come costruire depositi, al contrario delle vecchie, che erano limitate solo alle Molotov.
Nel milieu anarchico è diventato accettabile avere armi legali. Video di addestramenti anarchici con armi da fuoco iniziarono ad affiorare. Echi di questi cambiamenti arrivarono in Russia e in Bielorussia. In Russia, il FSB, liquidò un network di gruppi anarchici in possesso di armi legali e che praticava softair. Gli arrestati furono torturati con corrente elettrica per forzarli a confessare di essere terroristi e furono condannati a pene tra i 6 e gli 18 anni. In Bielorussia, durante le proteste del 2020, un ribelle gruppo di anarchici sotto il nome “Black Flag” venne catturato mentre cercava di attraversare il confine ucraino-bielorusso. Avevano con loro un’arma da fuoco e una granata; secondo la testimonianza di Igor Olinevich il quale aveva comprato l’arma a Kyev.
Gruppo di ribelli anarchici “Black Flag”.
Anche l’approccio anacronistico dell’agenda economica anarchica è cambiata: se prima la maggioranza occupava dei posti di lavoro di bassa lega “vicini agli oppressi”, adesso molti stanno cercando di trovare un lavoro con un buon salario, sempre più spesso nel settore IT.
I gruppi di strada antifascisti hanno resuscitato le loro attività, impegnandosi in azioni di rappresaglia in caso di aggressioni naziste. Tra le altre cose, hanno tenuto il torneo “No Surrender” tra combattenti antifa e rilasciato un documentario intitolato “Hoods”, che parla della nascita del gruppo antifa di Kyev.
L’antifascismo in Ucraina è un fronte importante, perché in aggiunta ad un grande numero di attivisti locali di estrema destra, molti noti nazisti si sono trasferiti qui dalla Russia (inclusi Sergei Korotkikh e Alexei Levkin) e dall’Europa (come Denis “White Rex” Kapustin), e persino dagli USA (Robert Rando). Gli anarchici stanno indagando sulle attività di estrema destra.
Ci sono gruppi di attivisti di vario tipo (anarchici classici, anarchici queer, anarcofemministe, food not bombs, ecoiniziative, e cose del genere), così come piccole piattaforme di informazione. Recentemente una risorsa politicamente impegnata come antifascista è apparsa su Telegram @uantifa, copiando le sue pubblicazioni in inglese.
Oggi, le tensioni tra i gruppi, si stanno gradualmente appianando, come recentemente ci sono state molte azioni congiunte e partecipazioni comuni nei conflitti sociali. La più grande tra queste è la campagna contro la deportazione dell’anarchico bielorusso Aleksey Bolenkov (che è riuscito a vincere un processo contro i servizi speciali ucraini e rimanere in Ucraina) e la difesa di uno dei distretti in Kyev (Podil) dai raid della polizia e gli attacchi dell’ultra destra.
Abbiamo ancora una piccola influenza nella società nel suo complesso. Questo è principalmente perché la reale idea del bisogno di un’organizzazione e delle strutture anarchiche è stata ignorata o negata per molto tempo. (Nelle sue memorie anche Nestor Makhnor si è lamentato di questa lacuna dopo la sconfitta degli anarchici). I gruppi di anarchici sono stati molto velocemente spazzati via dalla SBU [Servizi di Sicurezza dell’Ucraina] oppure dall’estrema destra.
Ora siamo usciti dal ristagno e ci stiamo sviluppando, perciò ci aspettiamo nuova repressione e nuovi tentativi dell’SBU di prendere il controllo del movimento.
A questo stadio, il nostro ruolo può essere descritto come quello dei fautori degli approcci e delle vedute più radicali nel campo democratico. Se i liberali preferiscono lamentarsi nel caso di un attacco della polizia o dell’estrema destra, gli anarchici si offrono di cooperare con altri gruppi che soffrono per simili problemi e vengono in difesa delle istituzioni o eventi se esiste la possibilità di un attacco.
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Gli anarchici adesso stanno cercando di creare legami orizzontali dal basso nella società, basati sugli interessi comuni così che le comunità possano rispondere dei propri bisogni, inclusa l’autodifesa. Questo differisce significativamente dalla pratica politica ordinaria ucraina, nella quale è spesso proposto di riunirsi intorno alle organizzazioni, rappresentanze o la polizia. Le organizzazioni e le rappresentanze sono spesso corrotte e le persone che gravitano attorno rimangono deluse. La polizia potrebbe per esempio difendere eventi LGBT ma infuriarsi se questi stessi attivisti partecipassero ad una rivolta contro la brutalità della polizia. Al momento, questo è il motivo per cui vediamo potenziale nelle nostre idee – ma se la guerra scoppia, la priorità sarà ancora la possibilità di partecipare ad un conflitto armato.
Per ulteriori letture puoi iniziare con la risposta dei Guerriglieri Anarchici a questo articolo.